Italia scivola al 16° posto nella classifica della ricchezza. Nel 2000 era al 6°

Italia scivola al 16° posto nella classifica della ricchezza. Nel 2000 era al 6°
27 settembre 2017

L’Italia scivola al sedicesimo posto nella classifica mondiale della ricchezza finanziaria, con un valore pro-capite di 54.530 euro, superata dalla Francia ma ancora davanti alla Germania dove gli asset netti finanziari restano sotto i 50mila euro pro-capite. E’ quanto emerge dall’Allianz global wealth report che rappresenta una fotografia sull’andamento e la distribuzione della ricchezza finanziaria nel mondo. In una classifica piuttosto consolidata, da registrare il sorpasso in testa. Gli Stati Uniti arrivano in vetta togliendo il primato alla Svizzera con asset netti pro-capite per 177mila euro, grazie a una crescita del 5,8% nel corso dell’anno scorso. Nel complesso, il ranking evidenzia una struttura nota, con i Paesi scandinavi e asiatici nelle posizioni dominanti. Un unico paese dell`Eurozona – i Paesi Bassi – riesce a collocarsi nella rosa dei primi dieci classificati per asset pro-capite netti e lordi. I risultati del report mostrano che nel 2016 la ricchezza privata non ha risentito delle turbolenze innescate dal mutato scenario politico globale: dopo un trend debole nel 2015 (+4,7%), gli asset finanziari sono nuovamente cresciuti del +7,1%, raggiungendo più o meno la media degli incrementi post-crisi. A livello globale, gli asset finanziari sono aumentati a un massimo storico di quasi 170 trilioni di euro. Il rapporto offre una panoramica anche sulla distribuzione della ricchezza che sin dall`inizio del nuovo millennio è stata caratterizzata da un particolare fenomeno: la robusta crescita della classe media mondiale.

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Il numero di persone nel pianeta classificate in questa categoria è più che raddoppiato nel periodo in esame, passando da circa 450 milioni nel 2000 a oltre un miliardo di persone oggi. La gran maggioranza di persone che hanno raggiunto la classe media veniva da classi più povere, con oltre 600 milioni di persone che hanno visto migliorare la propria posizione dal 2000. Nonostante l`emergere di una nuova classe media mondiale, siamo ancora ben lontani da una distribuzione della ricchezza “equa”. Dividendo la popolazione dei cinquanta paesi analizzati in frazioni di decimi (decili) per valore di asset finanziari netti, risulta chiaro come il 10% dei più ricchi controlli il 79% della ricchezza finanziaria netta nel mondo. Tuttavia, tale concentrazione di ricchezza era ancor più elevata nel 2000, raggiungendo il 91%. Per quanto riguarda l’Italia nel 2000 si collocava al sesto posto mondiale, subito dopo la Gran Bretagna che è scivolata all’undicesima posizione. “L`Allianz Global Wealth Report di quest`anno – commenta l’ad di Allianz Italia Klaus-Peter Roehler – ci restituisce una fotografia finanziaria dell`Italia in cui gli asset finanziari netti dei privati nel 2016 sono rimasti stabili (+0,1%) a fronte di un incremento nell`Eurozona pari al +4,6%. La ricerca indica inoltre che gli italiani in questi anni di difficoltà economiche e di bassi tassi d`interesse hanno potuto integrare i redditi da lavoro destinando ai consumi una parte di ricchezza (circa 5.400 euro pro-capite nel periodo 2012-2016) ottenuta grazie ai buoni rendimenti sugli investimenti finanziari (+4,6%).

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Il risparmio delle famiglie va peraltro sempre più indirizzato verso prodotti assicurativi e finanziari di nuova generazione: le polizze Unit-Linked, che per Allianz Italia rappresentano circa il 90% della nuova produzione e consentono proprio di abbinare gli elementi di protezione con un motore finanziario per cogliere le potenziali opportunità offerte dai mercati finanziari”. Gli asset finanziari netti delle famiglie italiane hanno registrato una stagnazione nel 2016 (+0,1%), il tasso di crescita più basso dal 2011 – e nettamente inferiore alla media dell`Eurozona (+4,6%). La deludente performance può essere spiegata da due diversi fattori: da un lato, dopo anni di contrazione, nel 2016 l`indebitamento ha iniziato a crescere di nuovo, sebbene a un tasso molto contenuto (+1,1%). Dall`altro lato, la crescita degli asset finanziari si è quasi completamente fermata (+0,3%) come riflesso di una deludente performance dei mercati finanziari. Tuttavia, in una visione di più lungo periodo, a partire dal 2012 – l`anno nel quale la Banca Centrale Europea ha avviato la sua strategia non convenzionale per salvare l`euro – la performance delle famiglie italiane è stata migliore rispetto al solo 2016, solamente di poco inferiore alla media dell`Eurozona. Questo non è soltanto l`effetto di una severa autodisciplina sul debito negli anni della crisi finanziaria, ma riflette anche un rendimento relativamente elevato degli asset finanziari nel periodo in esame, con un tasso del +4,6% più alto, ad esempio, che in Germania (+3,4%). Analogamente, le variazioni sul valore dei portafogli spiegano quasi l`80% della crescita degli asset finanziari in Italia, a fronte di una incidenza inferiore al 60% nell`Eurozona.

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