Italiani papà sempre più tardi. Endocrinologi, no ai padri-nonni

Italiani papà sempre più tardi. Endocrinologi, no ai padri-nonni
25 marzo 2015

Troppi padri-nonni in Italia, coloro cioè che decidono di avere figli in età avanzata. È l’allarme lanciato dagli endocrinologi SIE che si accingono ad affrontare l’argomento, fra gli altri in agenda, a Taormina dal 27 al 30 maggio in occasione del 38mo Congresso Nazionale della Società Italiana di Endocrinologia. “Purtroppo – ha spiegato stamane Andrea Lenzi, presidente eletto SIE presentando i contenuti del Congresso – la nostra società ha assegnato alla riproduzione un ruolo tardivo, marginale e dedicato più a soddisfare il desiderio della coppia con il figlio come ultimo gadget della realizzazione sociale, dimenticando che la fertilità sia maschile che femminile è massima fra i 20 e i 30 anni”. “In Italia – ha aggiunto – a partire dagli Anni Ottanta, l’età media di procreazione è salita di quasi 10 anni arrivando ai 34-35, anche 40 anni di età. E poi ci sono i padri-nonni, over45. Su 10 nuovi genitori, 3 sono certamente al di sopra dell’età media per una fertilità giusta”. I motivi, sono tanti, ha osservato: “Se 10 anni fà erano le classi più alte, più istruite ad aspettare di terminare gli studi e sistemarsi prima di fare figli, oggi con le difficoltà economiche e finanziarie, tutti si trovano costretti a ritardare. Per questo la responsabilità è anche politica”. Ma, ha aggiunto, “con l’avanzare dell’età diminuisce la fertilità perchè i gameti hanno un’età anagrafica, quindi più si va avanti più è difficile fare figli. I padri-nonni sono un problema clinico, scientifico ma anche sociale. Per questo – ha detto – bisogna tornare alle origini e insegnare alle giovani generazioni a una fertilità sana al momento giusto”.

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