Italicum, è battaglia sulle mozioni ma la partita è su referendum. E il Pd sta a guardare

Italicum, è battaglia sulle mozioni ma la partita è su referendum. E il Pd sta a guardare
21 settembre 2016

senatoIl M5s rilancia per cambiare l’Italicum: proporzionale con le preferenze. “Con il 40% potremo governare da soli”, spiega chi ha firmato la mozione pentastellata, “e inoltre cosi’ leghiamo chi verra’ eletto al territorio, chi si discosta potra’ essere richiamato, prevederemo un meccanismo stringente, basta con quelli calati dall’alto”. I grillini quindi sparigliano le carte. “Per M5s il ballottaggio e’ antidemocratico, non credo che Appendino e Raggi siano d’accordo, ora aspettiamo Berlusconi e Salvini”, dice Renzi da New York confermando la disponibilita’ a cambiare il sistema di voto. Ma FI e Lega non vogliono sedersi al tavolo, “non togliamo le castagne dal fuoco al premier”, ribadiscono. Il Cavaliere e il leader del Carroccio lunedì hanno stretto un patto sul referendum, riferiscono fonti parlamentari leghiste. Si lavora per il no, l’ex presidente del Consiglio ha costituito anche un piccolo gruppo a palazzo Grazioli per lanciare la campagna anti-ddl Boschi, “a parole e’ contro, ora vediamo i fatti”, dicono dal partito di via Bellerio dopo l’incontro di Arcore, “i due sono piu’ vicini anche sull’Europa”. FI e’ in fibrillazione: i ‘big’ hanno chiesto chiarezza sulla linea da tenere, Berlusconi giovedi’ vedra’ i capigruppo per ribadire che si partira’ dal rilancio di partito. Nel frattempo Brunetta ha chiesto invano a Sel di rinviare il dibattito sulla legge elettorale. Pd e Ap stanno lavorando ad una mozione di maggioranza anche se Renzi non ha alcuna intenzione di scendere nei dettagli: i dem sono disponibili solo a confermare l’apertura al dialogo, niente di piu’, soprattutto ora che la Consulta ha rinviato il pronunciamento sull’Italicum. Ecco perche’ la battaglia sull’Italicum e’ solo sulla carta, lo sguardo dei partiti e’ rivolto al referendum.

“La decisione della Consulta ha agevolato noi”, spiegano dal fronte del no, “cosi’ avremo due strumenti per vincere la guerra, il ddl Boschi e la legge elettorale”. Il Pd e Ap stanno studiando come tradurre in parole la disponibilita’ piu’ volte manifestata a modificare la legge. Una mozione Pd-Ap potrebbe essere votata anche dalla minoranza dem che si riunira’ prima dei lavori. Ma l’obiettivo dei bersaniani resta quello di portare Renzi ad un’iniziativa governativa. “Noi – spiega Zoggia – ci confrontiamo sui fatti, non sui documenti che non producono alcun effetto. La legge elettorale non si cambia con le mozioni, noi abbiamo deciso di presentare al Senato la proposta sul Matterellum 2.0”. Regna l’incertezza anche sull’iter del provvedimento sul processo penale al Senato: Orlando vorrebbe che si mettesse la fiducia sul testo uscito dalla Commissione di palazzo Madama, ma per ora i renziani frenano, la decisione verra’ presa domani, il rischio e’ che con i voti segreti la maggioranza vada sotto. Ala ha gia’ annunciato che non la votera’. In ogni caso non c’e’ alcuna spaccatura dei verdiniani rispetto alla linea pro-Renzi. Anzi “stiamo accelerando affinche’ possa nascere dopo il referendum una lista civica a sostegno del premier”, spiega un esponente centrista. Lo spartiacque resta sempre l’appuntamento di novembre, fino ad allora sull’Italicum sono previste solo manovre tattiche ma nulla di concreto.

Leggi anche:
Il Cremlino allerta: preoccupazioni per parole di Macron e Cameron
Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti