APERTURA

I jihadisti di al Qaida a fianco della Turchia contro curdi. E le Fds accusano gli Usa: ci avete abbandonato

I jihadisti di al Qaida stanno combattendo insieme alla Turchia la guerra contri i curdi in Siria. Al quarto giorno di offensiva delle truppe turche, la conferma del coinvolgimento di gruppi direttamente legati all’organizzazione terroristica è arrivata proprio da uno di questi Ahrar al Sharqiya che oggi afferma di far parte dell’Esercito Nazionale Siriano (NSA), un accozzaglia di brigate di ribelli siriani creata da Ankara. Intanto, mentre la Germania ha annunciato che non venderà più armi alla Turchia, gli attacchi continuano: gli sfollati sono già 200mila e i morti centinaia.

La Lega degli Stati Arabi ha chiesto oggi alla Turchia di “fermare” la sua offensiva militare contro le forze curde nel Nord-est siriano esprimendo forti preoccupazioni per “una pulizia etnica” e per “modifiche demografiche” a danno dell’etnia curda in Siria. Lo riferiscono media arabi. Il segretario generale dell’organismo panarabo, l’egiziano Ahmed Abu Gheith, intervenuto all’inizio di una riunione straordinaria tenuta al Cairo proprio sull’attacco dell’esercito turco nel Nord della Siria, ha detto che l’operazione dell’esecito turco “lascerà molte conseguenze catastrofiche nella regione, minaccia anche un’operazione di pulizia etnica dei curdi mettendo al loro posto altri rifugiati permettendo così modifiche demografiche”, come ha riportato la tv satellitare Rudaw. Abu Gheith ha anche messo in guardia da un’altra conseguenza: la “nascita di nuovi gruppi terroristici, in particolare nelle zone prese di mira dai turchi a Est del fiume Eufrate dove ci sono sette carceri, i cui ospiti sono pericolosi jihadisti dell’Isis”, ha detto ricordando che in quelle carceri “ci sono 12.000 elementi dell’Isis”.

Secondo Vladimir Putin, l’integrità territoriale della Siria deve essere totalmente restaurata e tutte le forze straniere devono uscire dal Paese, inclusa la Russia nel caso in cui Damasco dovesse confermare di non avere più bisogno dell’aiuto di Mosca. “Tutte le forze dispiegate illegalmente in qualunque stato sovrano – in questo caso la Siria – devono andare via”, ha detto il presidente russo. Intanto, le forze democratiche siriane (Fds) hanno invitato Washington ad “assumersi le proprie responsabilita’ morali” e “rispettare le promesse”. Gli Stati Uniti sono accusati di aver abbandonato i loro alleati in vista dell’offensiva turca. “I nostri alleati avevano garantito la loro protezione, ma all’improvviso ci hanno abbandonato con una decisione ingiusta di ritirare le loro truppe dal confine turco”, hanno affermato le Fds. Dall’inizio dell’operazione “Fonte di pace”, ci sono stati 200 tra morti e feriti, proseguono. Le Fds hanno fatto sapere, inoltre, che stanno combattendo su due fronti: contro i turchi e contro i combattenti dello Stato islamico.

Sul fronte si continua a combattere. La Turchia ha annunciato che il suo esercito avrebbe preso il controllo di Ras al Ain, cittadina curda nel Nord-est siriano dopo quattro giorni di combattimenti con le forze curde; le quali però, assieme ad attivisti siriani, smentiscono Ankara e parlano di “combattimenti in corso” nella cittadina. “A seguito delle operazioni compiute con successo nel quadro dell’Operazione ‘Fonte della Pace‘, è stato preso sotto cntrollo la città di Ras al Ain ad est del fiume Eufrate”, ha scritto il ministero della Difesa turco in un tweet postato sul proprio account ufficiale. Ras al Ain prosegue ancora nella sua resistenza ed i combattimenti proseguono”, ha detto una fonte ufficiale di Fds (forze siriane demmocartica, alleanza dominata da milizie curde siriane) commentando l’annuncio turco come riferisce la tv al Arabiya. Da parte sua anche, l’Osservatorio siriano per i diritti umani, una ong che conta su una estesa rete di attivisti in tutto il Paese, ha confermato che “le forze turche e le fazioni siriane a loro leali sono entrate nella cittadina ma senza prenderne il controllo ed i combattimenti sono ancora in corso al suo interno”. E cresce il numero di vittime. Almeno dieci civili sono rimasti uccisi oggi nei bombardamenti turchi sulla Siria, che hanno preso di mira, in particolare, Ras al-Ain, dove si combatte per il controllo della citta’.

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