Le forze russe hanno intensificato del 300% i raid sul sistema ferroviario ucraino da luglio, dichiara Kiev, mirando a paralizzare i rifornimenti militari e civili mentre l’offensiva terrestre avanza a Pokrovsk e un vasto scandalo corruzione scuote il governo.
Il vice primo ministro Oleksii Kuleba ha denunciato 800 attacchi alle infrastrutture ferroviarie dall’inizio dell’anno, con oltre 3.000 strutture danneggiate e perdite stimate in un miliardo di dollari. L’escalation, triplicata negli ultimi tre mesi, mira a disarticolare le linee logistiche per il fronte e la popolazione. Mosca sostiene di colpire esclusivamente obiettivi militari, come i treni armati e le infrastrutture energetiche che alimentano l’industria bellica, ma i danni si riversano indiscriminatamente sui civili. “È impossibile distinguere i danni provocati alle forze armate ucraine da quelli inflitti alla popolazione civile”, ha ammesso Kuleba in un’intervista al Guardian.
Oltre alle ferrovie, nella notte tra giovedì e venerdì sono stati registrati attacchi con tre missili e 135 droni, che hanno causato almeno quattro vittime nelle regioni di Kherson e Dnipropetrovsk. Parallelamente, le forze ucraine continuano i raid di rappresaglia sulle raffinerie russe, con l’ultimo bersaglio colpito a Ryazan, dove si segnalano “numerose esplosioni” e un “vasto incendio”. Il conflitto infrastrutturale si intensifica mentre sul campo i combattimenti si concentrano a Pokrovsk, con le truppe russe che avanzano da tre direzioni. Le forze ucraine hanno fatto saltare in aria la strada che collega Pokrovsk a Selydove, cittadina controllata dai russi venti chilometri a sud.
Il 7° Corpo di risposta rapida delle forze d’assalto aereo ucraine, che ha pubblicato un video dell’azione, ha spiegato che la distruzione della strada ha impedito al nemico di “utilizzare questa via per infiltrarsi a Pokrovsk con veicoli leggeri”. Questa mossa difensiva arriva mentre i russi affermano di aver proseguito l’avanzata nelle aree occidentali, nord-occidentali e orientali della cittadina, che rappresenta attualmente l’epicentro dei combattimenti nell’est del paese.
Il governo ucraino è alle prese con il più grave caso di corruzione dall’inizio dell’invasione, che ha già portato all’incriminazione di sette persone e alle dimissioni di due ministri nel settore energetico. L’Ufficio nazionale anticorruzione ha richiesto l’arresto dell’ex vice primo ministro Oleksiy Chernyshov, mentre le indagini sfiorano il presidente Zelensky attraverso il collaboratore Timur Mindich. In risposta, il leader ha annunciato una riforma degli enti pubblici con audit finanziari completi e cambio degli amministratori, puntando su trasparenza per preservare il sostegno internazionale.
In un contesto di tensioni interne e militari, Kiev e Mosca hanno concordato di attivare gli accordi di Istanbul per lo scambio di 1.200 prigionieri di guerra. Il Segretario del Consiglio Nazionale delle Ricerche (NSDC), Rustem Umerov, ha annunciato la mediazione di Turchia ed Emirati Arabi Uniti, aggiungendo che le consultazioni tecniche per definire i dettagli inizieranno a breve. “A nome del presidente dell’Ucraina, ho recentemente tenuto delle consultazioni con la mediazione dei partner in Turchia ed Emirati Arabi Uniti sulla ripresa del processo di scambio”, ha dichiarato Umerov su Telegram.
L’obiettivo dichiarato dal governo ucraino è consentire ai detenuti di festeggiare le prossime festività natalizie in famiglia. “Stiamo lavorando senza sosta affinché gli ucraini che torneranno dalla prigionia possano festeggiare il Capodanno e il Natale a casa, a tavola con la famiglia e con i loro cari”, ha sottolineato Umerov. Le parti hanno concordato di attivare gli accordi di Istanbul dopo i negoziati mediati, ma restano da definire tutti i dettagli procedurali e organizzativi nelle prossime consultazioni tecniche.