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Kosmos 482, il ritorno fantasma: sonda sovietica rientra dopo 53 anni ma il punto d’impatto resta un mistero

Doveva raggiungere Venere. Invece, dopo 53 anni in orbita terrestre, la sonda sovietica Kosmos 482 è rientrata nell’atmosfera terrestre. Ma nessuno sa dove. Quello che è certo è che Kosmos 482, lanciata nel 1972 e rimasta intrappolata in orbita bassa per oltre mezzo secolo, ha completato la sua parabola spaziale nella mattinata del 10 maggio 2025. Un rientro tanto atteso quanto avvolto nel mistero, con stime contrastanti e dati discordanti tra le maggiori agenzie spaziali del mondo.

Secondo Roscosmos, l’agenzia spaziale russa, il relitto sarebbe precipitato nell’oceano Indiano. Di tutt’altro avviso la US Space Force, che parla di un rientro avvenuto nel Pacifico meridionale alle 7:32 italiane, con un margine di errore di 12 minuti. Due scenari opposti, due oceani diversi, e nessuna conferma visiva.

A cercare di sciogliere il rebus ci pensa l’EU-SST (Space Surveillance and Tracking), consorzio europeo che include anche il Centro di Space Situational Awareness di Poggio Renatico, nei pressi di Ferrara. Qui, i radar hanno registrato un ultimo passaggio della sonda sopra la Germania, alle 8:04 italiane, con un’incertezza di circa 20 minuti.

Un dettaglio fondamentale, secondo Luciano Anselmo, esperto di dinamica spaziale e ricercatore presso il CNR. “Se Kosmos 482 ha sorvolato la Germania alle 8:04, non può essere caduta nel Pacifico mezz’ora prima, come indicano gli americani”, afferma. “Quel dato è certo e mette in dubbio la stima USA, che potrebbe dover essere rivista”.

A supporto di questa ipotesi, anche un successivo avvistamento dal Perù, che confermerebbe la permanenza della sonda in orbita oltre l’orario indicato dagli Stati Uniti. Inoltre, nessun ulteriore passaggio orbitale è stato rilevato dopo le 8:04, suggerendo che il rientro sia avvenuto poco dopo.

Le stime più attendibili, condivise da EU-SST, Roscosmos e Aerospace Corporation, convergono su una fascia temporale compresa tra le 8:24 e le 8:37 italiane, indicando un possibile impatto al largo di Sumatra. Ma anche questa resta, per ora, una semplice ipotesi.

Il mistero si infittisce per via della complessità dei fattori in gioco. Negli ultimi istanti della sua lunga corsa, Kosmos 482 ha rallentato drasticamente – da 27.000 km/h a poche centinaia – a causa dell’attrito atmosferico, di variazioni gravitazionali, eventi solari e della sua stessa forma. Fattori che rendono ogni previsione di caduta un calcolo incerto.

Ad oggi, solo testimonianze dirette e verificate potranno aiutare a localizzare con precisione il punto d’impatto, che potrebbe distare migliaia di chilometri dall’area inizialmente stimata.

L’ultimo saluto immortalato dall’Italia

Un’ultima testimonianza visiva del suo passaggio arriva dall’Italia. L’astrofisico Gianluca Masi è riuscito a catturare la scia della sonda nei cieli sopra Roma, poco prima dell’alba. Nella foto, la traccia luminosa attraversa la costellazione di Cefeo, puntando verso l’angolo in basso a destra dell’inquadratura.

Un’immagine affascinante e malinconica, che ritrae il commiato silenzioso di una sonda che non ha mai raggiunto la sua destinazione, ma che, per oltre 50 anni, ha orbitato attorno al nostro pianeta come una reliquia del sogno spaziale sovietico.

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Redazione