L’8 marzo delle donne ucraine: abbiamo perso le nostre vite

L’8 marzo delle donne ucraine: abbiamo perso le nostre vite
8 marzo 2022

Profughi ucraini in fuga dalle città assediate arrivano in Polonia, a Przemysl, a 15 chilometri dal confine con l’Ucraina, mentre il numero dei rifugiati secondo l’Onu ha superato quota 2 milioni. La guerra in Ucraina ha scatenato la più grande crisi di profughi in Europa dalla Seconda guerra mondiale. Le donne in questo 8 marzo raccontano il dramma che stanno vivendo: “Abbiamo perso la nostra vita, la nostra sicurezza, non possiamo più pianificare un futuro perché non sappiamo come sarà il domani. È molto stressante ora, è tutto quello che posso dirle”, ha spiegato ad Afp Anastasia Kazankina, rifugiata da Kiev. “É davvero difficile perché abbiamo vissuto là per molti anni e i miei nipotini sono stati strappati alle loro scuole”, racconta Vera Verozub, anche lei rifugiata da Kiev.

“Tutta la mia vita, ho lasciato tutta la mia vita là e spero davvero di riuscire a tornarci. Voglio tornare a casa un giorno”, afferma Yulia Sokolovskaya, fuggita da Kharkiv. “Mia madre… Non voleva venire via. Abbiamo cercato di convincerla nel migliore dei modi, ma non voleva andarsene. È rimasta indietro e questa è la cosa più dura”, rivela Natalia Nikolaeva, rifugiata da Kiev. L’Onu ha chiesto ai profughi di poter scappare in tutte le direzioni, dopo le immagini terrificanti in cui i civili sono stati bombardati durante la fuga, mentre altre migliaia rimangono intrappolati nelle città. I rifugiati stanno attraversando il confine diretti nei paesi vicini a Ovest: Polonia, Romania, Slovacchia, Ungheria e Moldova. Un numero significativamente inferiore di rifugiati si è recato in Russia e Bielorussia. Secondo le stime Onu la sola Polonia ha accolto oltre 1.204.000 rifugiati.

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