La controversia di Scurati e la Rai: censura o questioni economiche?

La controversia di Scurati e la Rai: censura o questioni economiche?
Antonio Scurati
21 aprile 2024

Antonio Scurati, scrittore italiano, è stato recentemente al centro di una controversia con la Rai, la televisione pubblica italiana. Scurati era previsto come ospite nel programma “CheSarà” su Rai3, dove avrebbe dovuto presentare un monologo sul 25 aprile, una data significativa nella storia italiana che segna la liberazione del paese dall’occupazione nazista e la fine della seconda guerra mondiale.

Tuttavia, a 24 ore dalla messa in onda, il monologo di Scurati è stato bloccato dalla Rai. Nonostante ciò, il testo del monologo è stato letto integralmente in apertura di puntata dalla conduttrice del programma, Serena Bortone. “Me lo ha regalato lo scrittore”, ha spiegato Bortone. Il testo del monologo è diventato rapidamente virale, attirando l’attenzione di diverse personalità pubbliche, tra cui Giorgia Meloni, leader del partito Fratelli d’Italia, che lo ha condiviso sul suo profilo Facebook. Meloni ha sottolineato che chi è sempre stato ostracizzato e censurato dal servizio pubblico non chiederà mai la censura di nessuno. Ha anche sollevato dubbi sulla verità dietro la presunta censura del monologo, sottolineando che la Rai si è rifiutata di pagare 1.800 euro per un minuto di monologo.

 

 

In risposta alle parole di Meloni, Scurati ha pubblicato una lettera su Repubblica.it, sottolineando che le affermazioni di Meloni erano false sia per quanto riguarda il compenso che l’entità dell’impegno. Ha anche espresso la sua preoccupazione per il fatto che il suo pensiero su fascismo e postfascismo doveva essere silenziato. La Rai, attraverso le parole di Paolo Corsini, direttore dell’Approfondimento, ha negato qualsiasi censura. Ha spiegato che la partecipazione di Scurati non è mai stata messa in discussione e ha invitato a non confondere aspetti editoriali con quelli di natura economica e contrattuale. La decisione della Rai di annullare il contratto con Scurati ha suscitato critiche dall’opposizione, che grida alla ‘censura’. Allo stesso tempo, la Rai è stata invitata a chiarire sul “super compenso” di Scurati. Anche il segretario della Cgil, Maurizio Landini, ha puntato il dito contro l’“oscuramento” di Scurati.

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Il testo di Scurati sarà letto in diverse piazze e teatri italiani il 25 aprile, su invito del sindaco di Bergamo, Giorgio Gori. Questo caso mette in luce le tensioni tra la libertà di espressione e le questioni economiche nel panorama mediatico italiano. La questione rimane aperta e il dibattito continua. La libertà di espressione è un diritto fondamentale in ogni società democratica e le questioni economiche non dovrebbero mai ostacolare questo diritto. Tuttavia, è anche importante che una tv di Stato come la Rai, pagata con i soldi degli italiani, gestisca in modo responsabile le proprie risorse, garantendo che i compensi siano equi e proporzionati al lavoro svolto. 

 

Gasparri: nessuna censura, è una menzogna

 

“Io faccio parte della Commissione Parlamentare di vigilanza, da molti anni, e mi sono occupato della vicenda, non c`è stata nessuna censura, è una menzogna autentica perché, le dico dei dettagli (perché poi i documenti li mostreremo in Commissione di vigilanza): alle ore 18.43 di venerdì, la direzione approfondimenti ha autorizzato il comunicato stampa della trasmissione della Bortone che conteneva l`annuncio della presenza di Landini, di Scurati e tutto…18:43, ci sono i documenti”. Lo ha dichiarato il presidente dei senatori di Fi, Maurizio Gasparri, a proposito del caso Scurati, intervenendo in diretta a “Stasera Italia” su Retequattro.

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“C`era stata una discussione sul pagamento o meno, perché per qualcuno la difesa della libertà vale 1.800 euro al minuto, mentre uno può anche parlare gratis – continua Gasparri – Io sto qui gratis e vi ringrazio che mi invitate. Scurati voleva 1800 euro per un minuto, benissimo. La Rai ha detto che non pagava, la redazione della Bortone ha mandato alla direzione Rai la scaletta, penso che lei sia pratica di queste cose più di me, conduce una trasmissione – riferendosi a Scampini- e accanto al nome di Scurati, c`è scritto, i documenti ci sono, ‘tg’, cioè titolo gratuito. Quindi i direttori dell`approfondimento sono andati venerdì a dormire pensando che la scaletta era fatta, il comunicato era autorizzato, la redazione della Bortone ha scritto tg, titolo gratuito, nessuno si è preoccupato”.

Sempre secondo Gasparri, “a Scurati non è stato impedito di partecipare, c`era stata una discussione sul compenso, se per lui l`antifascismo vale 1.800 euro al minuto, è un problema suo. Il problema, quindi, è che è stato montato un caso sul nulla, per cui le affermazioni sono false. Quando Prodi parla di censura… tutti hanno creduto alla messa in scena che è stata fatta, sono io che chiedo in Vigilanza il controllo dei documenti per smentire i bugiardi che hanno detto che c`era la censura, Scurati poteva andare”.

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