La crisi, i giovani e lo sciopero. Tutti i No dei sindacati che hanno fatto danni

La crisi, i giovani e lo sciopero. Tutti i No dei sindacati che hanno fatto danni
19 settembre 2015

di Laura Della Pasqua

La lunga fila di turisti accalcati davanti al Colosseo e ai Fori, chiusi per un’assemblea sindacale, è la triste rappresentazione di come in Italia spesso i sindacati siano autoreferenziali e antepongano gli interessi di categoria a quelli di un’azienda o in questo caso, del Paese. Ecco quindi che nel convocare un’assemblea sindacale non si tiene conto dei danni che può portare la chiusura del principale sito archeologico di Roma, attrazione mondiale, all’immagine dell’Italia e quindi al bilancio del turismo. Come pure la Cgil non sembra curarsi dell’impatto di uno sciopero in una economia ancora in crisi. È sempre di ieri l’invito della principale confederazione dei lavoratori a Cisl e Uil, a scendere in piazza per indurre il governo ad affrontare il tema delle pensioni. In un Paese che ha il 43% di disoccupazione giovanile, l’arma dello sciopero appare davvero un controsenso. Come è contrario a qualsiasi logica alzare le barricate se un’azienda che è stata sull’orlo del fallimento, è il caso dell’Electrolux, chiede di lavorare anche a Ferragosto per non interrompere la produzione.

Un “sacrificio” peraltro pagato con una maggiorazione di 70 euro che, dopo sei mesi di cassa integrazione, possono pure far comodo. Ma la Fiom, sentendosi scavalcata dall’azienda e ignorata da quei cento lavoratori che avevano preferito rinunciare al Ferragosto, sollevò subito la polemica. Una polemica che sempre il sindacato dei metalmeccanici ha acceso contro il piano di Marchionne che ha portato al rilancio, non senza sacrifici, della Fiat. E mentre il manager riceveva a Detroit l’appoggio del sindacato americano e le congratulazione di Obama per il salvataggio della Chrysler, in Italia era costretto a duellare con la Fiom. A questa rigidità di azione si accompagna un atteggiamento da casta. I bilanci dei sindacati sono uno dei grandi segreti d’Italia. E se qualcuno prova a sollevare il velo su qualche manovrina furbetta, come alzarsi lo stipendio a ridosso della pensione, viene zittito. Poi non ci si può meravigliare se le iscrizioni dei giovani sono in calo.

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