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La Danimarca saluta le lettere: addio alle storiche cassette rosse

Dal 31 dicembre la Danimarca non riceverà più lettere recapitate a casa. PostNord, la storica posta nazionale, consegnerà l’ultima missiva e chiuderà un capitolo lungo oltre un secolo e mezzo. Le iconiche cassette postali rosse, presenti nel Paese da 170 anni, verranno messe in vendita o destinate in beneficenza. Una svolta epocale, figlia della digitalizzazione e della liberalizzazione del mercato postale.

La decisione è stata ufficializzata dall’azienda con una nota che segna una data simbolica: la fine della corrispondenza tradizionale. «Alla fine dell’anno PostNord consegnerà l’ultima lettera in Danimarca», ha annunciato il gruppo, spiegando di voler destinare 1.200 cassette postali a Danmarks Indsamling, il grande telethon nazionale. Un gesto che prova a chiudere con dignità una stagione che ha accompagnato generazioni di danesi, scandendo ritmi quotidiani ormai scomparsi.

A partire dal 15 dicembre, intanto, 1.000 cassette sono state messe in vendita online sul sito della catena di supermercati Føtex. Il prezzo varia tra le 1.500 e le 2.000 corone danesi, circa 200-267 euro. Altre 200, considerate pezzi speciali perché provenienti da luoghi simbolici o decorate da artisti danesi, finiranno invece all’asta nel mese di gennaio. Un’operazione che mescola nostalgia, collezionismo e marketing della memoria.

Una scelta figlia del tempo digitale

In totale PostNord possedeva circa 1.500 cassette postali sparse su tutto il territorio nazionale. Il design attuale risale al 1876, ma la prima cassetta fu installata già nel 1851, a Copenaghen. Oggetti diventati parte del paesaggio urbano e dell’identità del Paese, oggi spazzati via dal crollo della corrispondenza cartacea. Dal 2000 il volume delle lettere è diminuito di oltre il 90 per cento, travolto da email, messaggi istantanei e comunicazioni digitali.

Già a marzo l’azienda aveva annunciato l’addio definitivo alla consegna delle lettere, per concentrarsi esclusivamente sul settore dei pacchi. Una riorganizzazione drastica, accompagnata dal licenziamento di circa un terzo del personale. Una scelta presentata come inevitabile, ma che ha acceso un dibattito pubblico sul ruolo dello Stato e sulla fine di un servizio considerato, fino a pochi anni fa, essenziale.

La svolta di PostNord si inserisce infatti in un quadro più ampio. Il governo di Copenaghen ha portato avanti la liberalizzazione del mercato postale, togliendo all’azienda statale l’esclusività sulla consegna di lettere e pacchi. Una riforma che ha aperto spazi ai privati e reso economicamente insostenibile il mantenimento del servizio tradizionale.

Il mercato aperto e il vuoto dello Stato

A colmare almeno in parte il vuoto lasciato da PostNord punta ora DAO, società privata che si è aggiudicata un importante appalto per la distribuzione della posta pubblica. L’azienda, specializzata nella consegna di giornali, ha annunciato un rafforzamento immediato della propria rete. Nei centri di servizio sono già state installate 1.500 nuove cassette postali rosse, un dettaglio tutt’altro che casuale.

«I danesi sono molto legati alle tradizioni legate alla posta e alle lettere. Per questo vogliamo preservarle», ha spiegato Lars Balsby, dirigente di DAO. Un tentativo di intercettare non solo una domanda residua di servizi postali, ma anche un sentimento collettivo che fatica ad accettare la scomparsa di simboli così radicati.

Resta il dato politico e culturale: la Danimarca diventa uno dei primi Paesi europei a rinunciare del tutto alla consegna delle lettere. Una scelta che fotografa con crudezza il cambio di epoca e pone interrogativi sul futuro dei servizi pubblici nell’era digitale. Le cassette rosse finiscono all’asta, le lettere negli archivi della memoria. Il resto, ormai, viaggia solo su uno schermo.

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Redazione