La Germania si sta “rinazificando”: l’accusa shock di Lavrov all’Onu

“La Germania ha probabilmente lo stesso scopo di Hitler: sottomettere tutta l’Europa e tentare di infliggere una sconfitta strategica alla Federazione Russa”. Con queste parole durissime, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha scatenato la polemica durante la sua conferenza stampa all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, paragonando l’attuale politica tedesca a quella del Terzo Reich e accusando Berlino di “rinazificarsi”.
L’attacco frontale del capo della diplomazia di Mosca è partito dalle recenti dichiarazioni del leader della CDU Friedrich Merz, che aveva affermato: “Non siamo ancora in guerra, ma non siamo più in pace”. Per Lavrov, quando un Paese “che ha commesso i crimini del nazismo, del fascismo, dell’Olocausto e del genocidio parla di tornare a essere una grande potenza militare, significa che la sua memoria storica si è atrofizzata ed è molto pericoloso”.
Ma l’intervento di Lavrov alle Nazioni Unite ha spaziato ben oltre la Germania, toccando tutti i principali dossier internazionali con toni sempre più aspri. Dal conflitto ucraino alle tensioni mediorientali, il ministro russo ha lanciato accuse pesanti contro Occidente e Israele, dipingendo Mosca come l’unica potenza interessata alla pace e alla stabilità globale.
Kiev e l’Europa “ossessionate dalla sconfitta russa”
Sul fronte ucraino, Lavrov ha ribadito che né Kiev né i suoi alleati europei sembrano interessati a un “accordo di pace equo”. L’Europa, secondo il ministro russo, sarebbe “ossessionata dall’obiettivo utopico di infliggere una sconfitta strategica alla Russia” e non comprenderebbe “l’urgenza della situazione”.
Le condizioni poste da Mosca per qualsiasi negoziato rimangono sempre le stesse: garanzia della sicurezza russa e dei suoi “interessi vitali”, oltre al ripristino dei diritti dei russi e dei russofoni nei territori sotto controllo ucraino.
Solo su queste basi, ha ribadito Lavrov, la Russia sarebbe disposta a discutere eventuali garanzie di sicurezza per l’Ucraina. Il ministro ha poi rinnovato le accuse alla NATO, rea di aver ignorato le preoccupazioni russe continuando l’espansione verso i confini di Mosca, “nonostante le promesse fatte ai leader sovietici di non avanzare di un millimetro verso est”. Una strategia che, secondo Lavrov, ha portato alla moltiplicazione delle “minacce di uso della forza contro la Russia”, mentre Mosca “non ha mai avuto intenzione di attaccare un Paese NATO”.
Israele vuole “far saltare il Medio Oriente”
Non meno dure le parole riservate a Israele, accusato dal ministro russo di voler “far saltare in aria” l’intero Medio Oriente. “L’uso illegale della forza contro i palestinesi e le azioni aggressive contro Iran, Qatar, Yemen, Libano, Siria e Iraq minacciano di far saltare in aria l’intera regione”, ha tuonato Lavrov durante il suo intervento all’Assemblea generale.
Parallelamente, il capo della diplomazia russa ha voluto chiarire la posizione di Mosca nei confronti dell’Europa e della NATO: “Non puntiamo mai i nostri droni o missili contro Paesi situati in Europa, membri dell’Unione Europea o dell’Alleanza Atlantica”. Un’affermazione accompagnata però da un severo avvertimento per chi osasse violare lo spazio aereo russo.
“Se ci saranno tentativi di abbattere un oggetto volante, o qualsiasi altro oggetto, sul nostro territorio, nel nostro spazio aereo, allora il responsabile se ne pentirà amaramente”, ha minacciato Lavrov, precisando che eventuali droni in uscita dal territorio russo potrebbero essere abbattuti una volta superati i confini nazionali.
Una speranza di dialogo con Washington
In questo scenario di crescenti tensioni globali, l’unica nota positiva per Mosca sembra arrivare dai rapporti con gli Stati Uniti. Lavrov ha infatti espresso “qualche speranza” per il dialogo russo-americano, riconoscendo nell’approccio dell’attuale amministrazione statunitense “il desiderio non solo di facilitare la ricerca di soluzioni realistiche alla crisi ucraina, ma anche di sviluppare una cooperazione pragmatica senza adottare una posizione ideologica”.
Una dichiarazione che contrasta nettamente con i toni utilizzati nei confronti dell’Europa, dipinta come il principale ostacolo a una soluzione diplomatica del conflitto ucraino. Per Lavrov, mentre Washington sembra aprire spiragli al dialogo, l’Europa rimane ancorata a posizioni ideologiche che impediscono qualsiasi progresso verso la pace.
