Intestazione fittizia dei beni, Guardia di Finanza sequestra la casa milanese di Corona

Intestazione fittizia dei beni, Guardia di Finanza sequestra la casa milanese di Corona
7 novembre 2016

La Guardia di Fianza ha sequestrato la casa milanese di Fabrizio Corona. L’immobile si trova in Via De Cristoforis, nella zona Garibaldi-Corso Como, ed ha un valore stimato di 2,5 milioni di euro. Il sequestro è stato disposto dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano su richiesta del pm Paolo Storari del procuratore aggiunto della Dda Ilda Boccassini, titolari del nuovo filone di inchiesta che il 10 ottobre scorso ha portato all’arresto dell’ex fotografo e della sua storica collaboratrice Francesca Persi per intestazione fittizia dei beni. Dalle indagini, è emerso che l’immobile era “nelle prime disponibilità” di Corona che tuttavia lo aveva formalmente intestato ad un prestanome. Il suo acquisto, secondo gli inquirenti milanesi, sarebbe stato effettuato “con risorse finanziarie prevalentemente provento delle azioni distrattive commesse in danno della società fallita”. Si tratta della Fenice Srl, ex società di Corona per cui l’ex fotografo era stato condannato in via definitiva con l’accusa di bancarotta fraudolenta.

Dal decreto di sequestro dell’immobile disposto dai giudici della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano, è emerso che è stato “il pregiudicato calabrese Vincenzo Gallo” il “beneficiario finale” del pagamento di parte delle somme utilizzate da Fabrizio Corona per acquistare l’appartamento milanese di Via De Cristoforis. “Da un conto corrente della Fenice (ex società di Corona dichiarata fallita negli anni scorsi – ndr) provengono le risorse impegnate per acquistare l’immobile”, scrivono i giudici. Si tratta, precisano, di “1,1 milioni di euro, suddivisi in 22 assegni circolari da 50 mila euro ciascuno” che furono “ritirati in banca dall’avvocato Tommaso Delfino su delega di Fabrizio Corona” a fine febbraio 2008 per poi essere versati, il 4 marzo successivo, sul conto di chi aveva venduto l’appartamento, i coniugi Rodolfo Rocca e Giuseppina Gallo. Soldi che nei giorni successivi vennero girati “in favore del pregiudicato calabrese Vincenzo Gallo, che appare così il beneficiario finale del pagamento”.

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E’ questo uno degli “aspetti ulteriori di presumibile illeicità” che hanno spinto gli inquirenti della Dda di Milano a chiedere il sequestro dell’immobile. Il sospetto dei magistrati è che l’appartamento sia stato acquistato da Corona non solo “previa interposizione fittizia” dell’acquirente (il proprietario risulta il suo ex braccio destro Marco Bonato), ma attraverso un’analoga “interposizione fittizia anche della parte venditrice”, solo “formalmente identificata nei coniugi Ceravolo e Gallo” ma in realtà “sostanzialmente riferibile a Luca De Filippo (commercialista già coinvolto nell’inchiesta romana che ha portato all’ultimo arresto dell’immobiliarista Stefano Ricucci – ndr) con ulteriori ragioni di singolarità consistenti nella verosimile destinazione di buona parte delle somme così corrisposte ad un pregiudicato di origine calabrese, piuttosto che ai coniugi che hanno formalmente venduto”. A insospettire i magistrati milanesi anche il luogo dove è stato perfezionato l’acquisto dell’immobile: il rogito è stato infatti “effettuato a Reggio Calabria”, ossia “a oltre mille chilometri dal luogo ove si trova l’appartamento”.

 

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