Politica

La Nato riparte con Biden: “La Russia una minaccia, la Cina una sfida”

La Russia è una minaccia alla sicurezza euro-atlantica, la Cina una sfida sistemica all’ordine internazionale. Il distinguo, messo nero su bianco sul lungo comunicato finale del vertice della Nato a Bruxelles, non è da poco. E alla vigilia dell’atteso incontro del 16 giugno a Ginevra tra Joe Biden e Vladimir Putin, conferma che l’Alleanza atlantica non ha ancora dimenticato i vecchi tempi in cui il nemico numero uno risiedeva stabilmente a Mosca. ‘Il terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni rimane una minaccia persistente per tutti noi’, hanno confermato gli Alleati, avvertendo che non saranno ristabilite normali relazioni con Mosca ‘fino a quando non rispetterà il diritto internazionale, i suoi obblighi e le sue responsabilità internazionali’. ‘Dobbiamo affrontare minacce a molte facce, competizione sistemica da potenze assertive e autoritarie e una crescente sfida alla sicurezza dei nostri Paesi e dei nostri cittadini da tutte le direzioni strategiche. Le azioni aggressive della Russia costituiscono una minaccia alla sicurezza euro-atlantica’, hanno affermato nella dichiarazione finale.

Quanto a Pechino, sulla scia di quanto accaduto all’ultimo summit del G7 in Cornovaglia appena conclusosi, i Paesi membri hanno confermato una posizione più sfumata, sollecitata dalla maggior parte degli Stati europei a dispetto delle pressioni degli Stati Uniti e del suo presidente Joe Biden, alla prima presenza al vertice Nato da inquilino della Casa Bianca, come il presidente del Consiglio Mario Draghi. E questo sebbene Stoltenberg abbia parlato di ‘forte convergenza di vedute degli alleati’. ‘Le ambizioni dichiarate e il comportamento assertivo della Cina presentano sfide sistemiche per l’ordine internazionale basato sulle regole e per le aree che riguardano la sicurezza dell’alleanza’, hanno spiegato i leader della Nato, esprimendo il ‘timore’ che queste politiche coercitive siano in contrasto con i valori fondamentali sanciti dal Trattato di Washington. Come da previsioni della vigilia, comunque, Russia e Cina hanno catalizzato parte delle discussioni dei capi di Stato e di governo ritrovatisi in Belgio. D’altra parte ‘c’è stato un crescente riconoscimento’ negli ultimi due anni del fatto che esistono ‘nuove sfide’ da affrontare, ha ricordato Biden. ‘La Russia non sta agendo in modo coerente con ciò che speravamo, così la Cina’, ha aggiunto.

Ma Mosca e Pechino non sono sullo stesso piano, almeno non per tutti. E lo si è capito già dalle dichiarazioni pre-vertice. ‘Non stiamo entrando in una nuova Guerra Fredda e la Cina non è il nostro avversario, non il nostro nemico’, ha avvertito il segretario generale della Nato. Certo, il leader della Nato non ha nascosto i rischi, né le difficoltà di un rapporto difficile. ‘La formazione militare, la crescente influenza e il comportamento coercitivo della Cina pongono anche alcune sfide alla nostra sicurezza. E dobbiamo affrontarli insieme come un’Alleanza’, ha sottolineato. Ma Stoltenberg ha anche parlato di ‘opportunità’ da cogliere nelle relazioni con Pechino. ‘Dobbiamo impegnarci con la Cina su questioni come il cambiamento climatico e il controllo degli armamenti’, ha detto. E dello stesso tono sono stati i commenti del primo ministro britannico Boris Johnson. ‘Quando si tratta della Cina, non credo che qualcuno intorno al tavolo voglia impegnarsi in una nuova Guerra Fredda. Penso che le persone vedano le sfide, vedano le cose che dobbiamo gestire insieme, e vedano anche le opportunità’, ha dichiarato.

Stupiscono fino a un certo punto, dunque, i toni più morbidi utilizzati dagli Alleati per descrivere la ‘sfida’ di un Paese, la Cina, che va impegnato anche in un processo che ha come obiettivo ultimo ‘difendere gli interessi di sicurezza dell’alleanza’. Diversi i campi su cui lavorare e monitorare: i leader della Nato hanno citato come motivi di grande preoccupazione l’arsenale nucleare in espansione di Pechino e i suoi sistemi molto sofisticati, nonché la sua Marina in forte crescita e la sua cooperazione militare con la Russia. Così con un gesto di auspicata distensione diplomatica, l’Alleanza si è impegnata a mantenere ‘un dialogo costruttivo con la Cina ove possibile’, anche sulla questione del cambiamento climatico, ma ha chiesto a Pechino di diventare più trasparente sulle sue forze armate e in particolare sulle sue ‘capacità e dottrina nucleari’. Convinti che ci sia del ‘valore nello scambio di informazioni sulle rispettive politiche e attività, per aumentare la consapevolezza e discutere potenziali disaccordi’, gli alleati hanno esortato ‘la Cina a impegnarsi in modo significativo nel dialogo, nel rafforzamento della fiducia e nelle misure di trasparenza riguardo alle sue capacità nucleari’. ‘La trasparenza e la comprensione reciproche andrebbero a vantaggio sia della Nato, sia della Cina’, hanno affermato.

Quanto agli altri temi all’ordine del giorno, i capi di Stato e di governo hanno concordato un piano d’azione per il clima, nel tentativo di mitigare il riscaldamento terrestre, considerato come un ‘moltiplicatore di minacce che ha un impatto sulla sicurezza dell’alleanza’. L’alleanza, in particolare, mira ad aumentare la consapevolezza, l’adattamento, la mitigazione e gli sforzi di sensibilizzazione riguardo ai cambiamenti climatici, secondo quanto si legge nel comunicato finale. Gli Alleati inoltre si sono detti pronti a reagire in caso di attacchi nello o dallo spazio e alle minacce cyber ‘distruttive e frequenti’. ‘Riteniamo che gli attacchi verso, dallo spazio o nello spazio rappresentino una chiara sfida alla sicurezza dell’alleanza, il cui impatto potrebbe minacciare (…) la prosperità, la sicurezza e la stabilità, e potrebbe anche essere dannoso per le società moderne rispetto a un convenzionale attacco’, hanno affermato. Da parte sua, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha affermato che ‘l’Italia sostiene pienamente le decisioni odierne di avviare – attraverso la Nato 2030 – un processo di ulteriore adattamento per il prossimo decennio e di aggiornamento del Concetto Strategico 2010, basato sui tre compiti fondamentali: difesa collettiva, gestione delle crisi, cooperazione in materia di sicurezza’.

‘Le condizioni di sicurezza – ha spiegato Draghi nel corso del suo intervento al vertice – sono ancora in rapida evoluzione. Tuttavia, una cosa rimane la stessa: la centralità dell’Alleanza più potente e vincente della storia’. ‘I nostri obiettivi – ha sottolineato secondo la traduzione informale diffusa alla stampa – sono molteplici: mantenere la nostra superiorità tecnologica collettiva ed essere pronti ad affrontare tutti coloro che non condividono i nostri stessi valori e il nostro attaccamento all’ordine internazionale basato sulle regole e sono una minaccia per le nostre democrazie; preservare la stabilità strategica e rinnovare anche i nostri sforzi per rafforzare il controllo degli armamenti, il disarmo e l’architettura internazionale della non proliferazione; affrontare le implicazioni per la sicurezza dei cambiamenti climatici; rafforzare la nostra resilienza nazionale e la nostra capacità di affrontare i problemi globali che interessano la nostra Alleanza regionale in un’epoca di vulnerabilità strutturale’. ‘In questo contesto, la deterrenza e la posizione di difesa della Nato – ha commentato Draghi – devono essere attuate attraverso un approccio di ampio spettro. Dovremmo guardare a tutte le direzioni strategiche, dalla regione indo-pacifica a un focus costante sull’instabilità della regione mediterranea’. ‘Oggi il messaggio che possiamo inviare al resto del mondo – ha affermato in conclusione il capo del Governo – è quello sancito dal Trattato di Washington: la coesione politica degli alleati e l’impegno incrollabile all’indivisibilità della nostra sicurezza comune è e sarà il vero centro di gravità della Alleanza e la garanzia ultima della nostra difesa collettiva’, ha concluso Draghi. askanews

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it
Condividi
Pubblicato da