Politica

Tensioni su dg e tre dossier aperti. In sede di Vigilanza resa dei conti

L’appuntamento, un paio di volte l’anno, del cda Rai in commissione di Vigilanza, insieme alla presidente Monica Maggioni (foto), sarebbe di routine ma la riunione di domani a Palazzo San Macuto si annuncia carica di tensioni. Con lo scontro tra il Pd da un lato e i grillini dall’altro, schierati a difesa del direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall’Orto (foto) che, come sostiene il consigliere Carlo Freccero, vicino al mondo Cinquestelle, sarebbe in base a “molti segnali” sotto attacco. La colpa? Fare, nominato dal governo Renzi, una Rai “anti-renziana”. “Ma per favore – ribatte Freccero nell’odierna intervista al Corriere della Sera -… Io capisco che il Tg1 sia, per esempio, una sorta di Messa cantata. Ma è bene che ci siano anche spazi aperti al confronto: ed è ciò che ha fatto Campo Dall’Orto”. Non manca la replica di Michele Anzaldi, ora responsabile della comunicazione di Matteo Renzi nella campagna per le primarie del Pd ma anche segretario della Vigilanza, secondo il quale “oggi Freccero difende la figura del dg Rai come vero e proprio amministratore delegato” “ma questa riforma voluta da Renzi è stata pesantemente contrastata dalla sua parte politica (M5s) che gridava all’uomo solo al comando e ha votato contro. Oggi hanno cambiato idea?”.

Quanto poi a Report e Cartabianca, “il primo c’è da venti anni (altro che merito di Campo dall’Orto) – punzecchia Anzaldi -, Cartabianca è stato inserito al posto di un programma che è stato chiuso (Ballarò), Iacona c’era. E su Santoro e Lerner proprio dalla sua parte politica e dal suo mondo di riferimento (M5s, social grillini e Fatto) sono arrivate critiche, anche per le posizioni sul referendum”. Sull’argomento è pronto a scatenarsi anche il centrodestra. E’ il senatore azzurro Maurizio Gasparri a ironizzare sul fatto che “la Rai ha già un nuovo dg. Si chiama Carlo Freccero” mentre “Campo Dall’Orto è passato armi e bagagli con i grillini, sponsor Freccero, a colpi di nomine a Gabanelli e alle briglie ulteriormente sciolte al programma gabanelliano Report”. “Non ho alcuna intenzione di difendere Renzi e le malefatte del Pd in Rai – spiega Gasparri -. Tuttavia non so in quale sede sia stato deciso l’avvicendamento del dg e chi abbia designato Freccero”, inoltre “il pluralismo deve essere assicurato con trasparenza. Ne discuteremo domani in Vigilanza anche in riferimento alle gravi inadempienze del dg in materia di anticorruzione. È tempo di voltare pagina”. E contro la maggioranza dem renziana monita dal fronte della mozione Orlando anche Gianni Cuperlo. “Abbiamo riempito piazze e teatri contro ‘editti bulgari’ della più stramba natura. Sarebbe saggio – dice guardando al Nazareno- che da parte di chi a suo tempo quelle pratiche ha contestato, e giustamente, si fuggisse la tentazione di replicare un copione destinato comunque alla sconfitta. Ogni italiano si sieda comodo sulla poltrona del salotto e scelga la rete, il programma, la conduzione che vuole. Ma per l’amor del cielo, scelga. Perché il tempo in cui a scegliere per lui erano altri, ecco quel tempo lì vogliamo archiviarlo per sempre”.

“Io non credo che la Rai sia renziana né che sia anti-renziana – spiega Franco Siddi, ex segretario Fnsi eletto consigliere di amministrazione Rai in quota Pd – credo che la Rai stia provando ad essere se stessa mentre sta cercando di cambiare. Il pluralismo? Bisogna essere plurali sempre e non a corrente alternata, la Rai va guardata nel suo complesso e di certo serve un coordinamento per le reti”. Oltre al caso Campo Dall’Orto i dossier aperti sono tanti e tutti molto discussi, a cominciare dalle 244 nuove assunzioni fino alle nomine delle controllate. Su tre punti il presidente della Vigilanza Roberto Fico (M5s) ha chiesto per scritto alla presidente Maggioni di fare il punto proprio in occasione dell’incontro di domani tra Cda e Vigilanza: tetto sui compensi, attività per rispondere alle osservazioni dell’Anac e piano dell’informazione. Sul primo punto Freccero ha annunciato che dirà “una cosa veramente importante alla Vigilanza, cioè al Parlamento”, cioè che il tetto ai compensi significa “passare l’azienda da un sistema pubblico-privato, finanziato da canone e pubblicità, a un sistema solo pubblico sorretto unicamente dal canone. Cioè puntare a una Rai destinata a uscire dal mercato, non più interessata a produrre audience”. E questo c’entra con Campo dall’Orto, attacca Freccero, “perché questa Rai sarebbe in aperta contraddizione con l’attuale condizione del direttore generale, che è un amministratore delegato di una vera azienda destinata alla competizione sul mercato. Il tetto solo apparentemente genera risparmio: in realtà distrugge economicamente la Rai perché taglia via le risorse pubblicitarie”. Anzaldi ribatte anche su questo: “Freccero la pensa diversamente dal M5S e bolla quella che era una loro proposta come il modo per far uscire la Rai dal mercato”.

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