La Regione Siciliana si autodenuncia: piu’ esposti a corruzione e mafia. Sos a Anac

La Regione Siciliana si autodenuncia: piu’ esposti a corruzione e mafia. Sos a Anac
17 marzo 2016

“L’amministrazione regionale, avendo cosi’ tante competenze e cosi’ tanti dipendenti, le cui sedi sono distribuite in ogni capoluogo di provincia e nei maggiori centri, e’ per forza di cose maggiormente esposta alle influenze negative che possono derivare sia da fenomeni corruttivi, sia dalle influenze della criminalita’ organizzata”. Nulla di nuovo, sembrerebbe. Quasi banale. Ma non si tratta di una considerazione espressa da magistrati o da centri studi, bensi’ della valutazione interna alla stessa Regione siciliana guidata da Rosario Crocetta. Tutto scritto, nero su bianco, nell’aggiornamento 2016-2018 del Programma triennale per la trasparenza e l’integrita’, visionato dall’Agi, che recepisce i suggerimenti dell’Anac. “Il presente aggiornamento si propone di apportare le ‘correzioni di rotta’ – scrive la dirigente regionale Luciana Giammanco, responsabile per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza – che risultano necessarie al fine di migliorare l’efficacia delle azioni poste in essere nei settori piu’ esposti al rischio corruttivo”, attraverso l’individuazione di “azioni concrete rispondenti ai mutamenti del contesto interno ed esterno nel quale l’amministrazione opera”. Misure che, anche alla luce delle specificita’ delle competenze ascritte ad ogni singolo ramo dell’amministrazione, “tengano conto dei fattori abilitanti degli eventi rischiosi, quali le condizioni individuali, ambientali, organizzative e gestionali”. Interventi decisi, si legge nel testo, “anche sulla scorta dei suggerimenti forniti dall’Anac”, l’autorita’ nazionale anticorruzione.

Si richiama cosi’ la necessita’ di dare innazitutto piena applicazione a norme gia’ esistenti: in particolare, l’articolo 49 della legge di stabilita’ regionale che prevede una profonda riorganizzazione dell’apparato amministrativo regionale, con una riduzione degli uffici dirigenziali non inferiore al 30 per cento e una conseguente rimodulazione delle competenze, si legge nel testo dell’aggiornamento del piano anticorruzione della Regione, “cio’, ovviamente, tenendo ferma l’insopprimibile esigenza di garantire la funzionalita’ della macchina amministrativa”. Cogliendo l’opportunita’ offerta dalla necessita’ di ridisegnare l’organizzazione dell’amministrazione regionale, uno degli obiettivi principali da perseguire – accanto a quelli di contenimento ed efficientamento dell’amministrazione e di razionalizzazione e di riduzione della spesa – “sara’ proprio l’accoglimento di un disegno organizzativo volto al contrasto dei rischi di corruzione”. In tale ottica va inquadrata, tra l’altro, l’istituzione, prevista dall’articolo 55 della legge di stabilita’ regionale, di una Centrale unica di committenza dove saranno accentrati i processi di acquisizione di beni e servizi, oltre che per i diversi rami dell’amministrazione regionale, anche per gli enti e le aziende del servizio sanitario regionale, per gli enti regionali e per le societa’ a totale o maggioritaria partecipazione regionale: “Oltre agli auspicati risparmi di spesa, cio’ consentira’, ovviamente, maggiori possibilita’ di controllo a fini anticorruzione”. Analoghe aspettative sono riposte nella realizzazione dell’ulteriore innovazione organizzativa introdotta dall’articolo 54 della legge di stabilita’ regionale. E’, infine, in dirittura di arrivo la complessa procedura che consentira’ la nomina dell’Organismo indipendente di valutazione che tra i propri compiti annovera anche funzioni in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza. “Il quadro aggiornato del modello organizzativo degli uffici regionali imposti dalle nuove disposizioni, improntate alla trasparenza, accessibilita’ degli atti e contenimento dei costi, costituisce un obiettivo costante di tutte le amministrazioni pubbliche”. Nelle linee di indirizzo formulate dall’organo di governo e’ stato richiesto che in tutti i dipartimenti regionali sia previsto un ufficio per la cura degli adempimenti relativi alla normativa anticorruzione.

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