La riforma del fisco arriva in Consiglio dei ministri. Semplificazioni procedure

La riforma del fisco arriva in Consiglio dei ministri. Semplificazioni procedure
16 marzo 2023

Revisione di tutti i tributi, diretti e indiretti, degli enti territoriali, doganali e sui giochi; semplificazione dei procedimenti dichiarativi, accertativi, di riscossione e del contenzioso. Questi i principali contenuti del disegno di legge delega per la riforma fiscale, che oggi pomeriggio sarà all’esame del Consiglio dei Ministri. Gli obiettivi sono quelli di stimolare la crescita economica e la natalità, sostenere famiglie, imprese e lavoratori, prevenire e ridurre l’evasione e l’elusione fiscale, razionalizzare e semplificare il sistema tributario.

La riforma non dovrà comportare oneri per le casse dello Stato, quindi si finanziarà in buona parte con la revisione delle tax expenditure, che sono proliferate a oltre 600 e hanno un costo di 165 miliardi di euro. “Importanti novità a sostegno di cittadini, famiglie e imprese – ha scritto in un post il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni -. Una rivoluzione fiscale che garantisca meno tasse, più crescita, equità e che getti le basi per un nuovo rapporto di fiducia tra fisco e contribuenti”. La delega contiene i principi per la riforma, ne delinea il quadro d’insieme. I decreti delegati che conterranno le norme attuative dovranno essere adottati entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore della Legge delega. Difficile, quindi che la riforma possa essere operativa prima della metà del 2025.

Nello specifico, i ventidue articoli suddivisi in cinque titoli della bozza di delega riguardano: principi generali e tempi di attuazione; i tributi; i procedimenti e le sanzioni; testi unici e codici; disposizioni finanziarie. L’ultimo articolo sulle disposizioni finanziarie prevede che dall’attuazione delle deleghe “non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e non deve derivare incremento della pressione tributaria rispetto a quella risultante dall’applicazione della legislazione vigente”.

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Per la revisione dell’Irpef la bozza di delega prevede la revisione e graduale riduzione nel rispetto del principio di progressività e nella prospettiva della transizione del sistema verso l’aliquota impositiva unica”. L’obiettivo di legislatura è dunque la flat tax per tutti. Il provvedimento non dà indicazioni sulla riduzione del numero delle aliquote, dalle attuali quattro a tre, che rappresenterebbe il primo step del processo.

Tuttavia, il passaggio a tre aliquote, con conseguente revisione degli scaglioni di reddito, è stato presentato dal governo negli incontri con le parti sociali che si sono tenuti a Palazzo Chigi. Le ipotesi sono quelle di prevedere 23% (fino a 15.000 euro), 27% Tra 15.000 e 50.000 euro) e 43% (oltre i 50.000), o in alterntiva 23% (fino a 28.000 euro), 33% (tra 28.000 e 50.000) e 43% (oltre i 50.000). Su questo impianto andrà poi calcolato l’impatto delle nuove detrazioni e deduzioni. Novità anche per i redditi da fabbricati: la cedolare secca potrebbe essere estesa ai locali e a tutti gli immobil idiversi da quelli ad uso abitativo. Per i redditi da lavoro dipendente sarà prevista una semplificazione per i fringe benefit esclusi dal calcolo del reddito.

Per quanto riguarda l’imposta sui redditi delle società (Ires), la bozza conferma l’aliquota ridotta, rispetto all’attuale 24%, sulla quota destinata nei due anni successivi a investimenti qualificati e a assunzioni. La revisione dell’Iva prevede la razionalizzazione delle aliquote, la revisione della disciplina della detrazione, la semplificazione delle procedure per i rimborsi. Per l’Irap, che attualmente finanzia il servizio sanitario, è previsto il graduale superamento, con priorità per le società di persone e le società tra professionisti, e l’introduzione di una sovraimposta con base imponibile corrispondente all’Ires.

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