Scienza e Tecnologia

La Russia riprende il suo programma lunare dopo quasi 50 anni

Nel pieno dell’offensiva militare contro l’Ucraina, la Russia riprende il suo programma lunare e si appresta a lanciare, nella notte italiana di venerdì 11 agosto 2023, la sua prima missione sulla Luna dal 1976. Si tratta di Luna-25, un lander con cui Mosca cerca di stare al passo delle missioni analoghe lanciate dalle agenzie spaziali di altre potenze straniere, come i colleghi cinesi e, soprattutto, del programma Artemis con cui la Nasa e i suoi partner si preparano, nei prossimi anni, a riportare l’uomo sulla Luna dopo oltre 50 anni, questa volta per installare una base permanente.

Il razzo Soyuz con a bordo la sonda russa partirà dal nuovo cosmodromo di Vostotchny, nell’Oblast dell’Amur, Estremo oriente russo, mentre Luna-25, dopo circa 5 giorni di viaggio, dovrebbe allunare in un sito individuato al Polo Sud del nostro satellite naturale. Obiettivo del lander, pesante circa 800 Kg, prelevare campioni e analizzare il suolo e condurre ricerche scientifiche a lungo termine, in almeno un anno di attività sulla superficie lunare. Quella di Luna-25 è la prima missione del nuovo programma lunare russo che, inizialmente avrebbe dovuto avvalersi anche della collaborazione dell’Agenzia spaziale europea ma l’Esa si è ritirata dopo lo scoppio della guerra contro Kiev.

Si tratta di una missione ambiziosa ma anche molto rischiosa, dunque; è molto alto, infatti, il rischio di un possibile fallimento soprattutto perché, con le sanzioni occidentali e l’embargo in corso contro la Russia, a causa della guerra, la Roscosmos fatica a procurarsi le materie prime per alimentare la propria industria aerospaziale, nonostante l’ottimismo e le ampie rassicurazioni di Vladimir Putin.

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