Editoriale

La Sicilia divide Pisapia e Bersani. E non solo

“Io vedo sempre positivo e non vedo tutte queste tensioni” tra Mdp e Giuliano Pisapia, “di cui leggo solo sui giornali”. L’ottimismo di Pierluigi Bersani si infrange poco più di qualche ora dopo, quando proprio il leader di Campo Progressista gela l’ex premier: “In Sicilia Mdp ha fatto delle scelte che non condividiamo”. Dunque, le tensioni ci sono. Eccome. Agli ex scissionisti Pd non piace essere dirottati sulla candidatura renziana a governatore della Sicilia, Fabrizio Micari. E non solo perché è di provata regia del segretario dem, ma soprattutto perché a sostenere il rettore dell’Università di Palermo, c’è anche Angelino Alfano con la sua Ap. Come dire, Bersani dovrebbe allearsi con Alfano. Cosa che, almeno fino a qualche giorno fa, il coordinatore nazionale di Mdp-Art1 neanche l’avrebbe pensato. Non a caso aveva sferrato un colpo basso ai vertici del Nazareno: “E’ evidente che chi fa di Alfano il perno di un nuovo progetto politico sta scegliendo di seppellire il centrosinistra”. Da qui la scelta degli ex scissionisti di sostenere la candidatura a governatore di Claudio Fava, con tanto di annuncio. Una serie di dichiarazioni e smentite, ieri, si sono susseguite. E così, man mano che la polemica lievitava, un comunicato congiunto di Speranza e Pisapia tentava di gettare acqua sul fuoco. “Le attuali diverse valutazioni sulle elezioni in Sicilia non incidono sulla prosecuzione del percorso unitario nazionale per la costruzione di un nuovo centrosinistra in discontinuità con le attuali politiche del Pd – affermano i due leader -. Continuera’ ancora l’impegno comune non solo a livello nazionale, ma anche in tutte le altre regioni che andranno al voto nel 2018″. Va da sé, tenuto conto che in tutte le altre regioni e alle Politiche, sia Campo Progressista, sia Mdp-Art. non avranno a che fare con Ap, dato che Matteo Orfini – come ha già annunciato – scaricherà Alfano un secondo dopo la chiusura delle urne in Sicilia. Pisapia, comunque, va avanti e lancia un appello al Pd e Mdp perché si convochi un tavolo unitario per ricomporre le rispettive posizioni. Intanto, Rosario Crocetta, dopo aver ritirato la sua candidatura alla presidenza della Regione per sostenere Micari, affila le armi per la corsa al parlamento nazionale. “Senza pieno riconoscimento politico del Megafono e del mio ruolo, l’accordo salta – minaccia il governatore uscente -. Non è una questione di candidature, perché siamo in grado di farci eleggere da soli a Roma e a Palermo, possiamo prendere da soli 2-3 senatori. Ed e’ chiaro che senza di noi il centrosinistra perde”. E come sempre, si ritrova il pallino nelle mani.

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