La strage del Reina, il sospettato kirghiso: “Non sono io l’attentatore”. La polizia: una somiglianza

La strage del Reina, il sospettato kirghiso: “Non sono io l’attentatore”. La polizia: una somiglianza
3 gennaio 2017

L’uomo sospettato di essere l’autore della strage di capodanno al club Reina di Istanbul, il kirghiso Iakhe Mashrapov, nega ogni coinvolgimento nell’attentato. Lo dice lo stesso Mashrapov in una intervista rilasciata all’agenzia di stampa kirghisa, AKIpress, dopo essere stato interrogato dalle autorita’ kirghise questa mattina al suo rientro dalla Turchia. Mashrapov, titolare del passaporto che da ore gira sui social network del mondo, e’ ritenuto dalle autorita’ turche l’autore della strage del club Reina in cui sono state uccise 39 persone. Ma l’uomo nega ogni coinvolgimento nella strage e all’agenzia kirghisa racconta di essere stato a Istanbul dal 28 dicembre fino al 30, di essere poi tornato in Kirghizistan e di essere ripartito per Istanbul di nuovo il 1 gennaio.

LA POLIZIA L’uomo, scrive l’agenzia AKIpress, e’ atterrato questa mattina alle 7 all’aeroporto di Bishek, capitale del Kirghizistan, proveniente dalla Turchia. Dalla capitale l’uomo si e’ poi spostato nella citta’ di Osh, dove e’ stato fermato dalle forze del comitato di sicurezza nazionale del Kirghizistan che lo hanno individuato dalle foto pubblicate sui social network. Mashrapov e’ stato portato nella sede del comitato per la sicurezza di Osh per essere interrogato e ha negato qualunque coinvolgimento nell’atto terroristico, aggiungendo che si trovava a Istanbul per motivi di affari. Mashrapov racconta anche di essere stato fermato Istanbul dalle forze dell’ordine turche quando si era gia’ imbarcato sull’aereo per tornare a Bishek: “sono stato interrogato per circa un’ora e l’aereo ha ritardato proprio per questo motivo”, ha spiegato. “La polizia turca ha spiegato di avermi fermato a causa della somiglianza con il sospetto – ha continuato – ma alla fine si sono scusati e mi hanno lasciato partire”.

Leggi anche:
Re Carlo III riappare in pubblico con Camilla

“Non ho idea di chi sia il sospettato e non so perche’ il mio passaporto sia finito su tutti i social network – ha proseguito l’uomo secondo quanto riporta l’agenzia kirghisa – quando il fatto e’ accaduto, il 31 dicembre, io mi trovavo in Kirghizistan”. Anche il capo dei servizi di sicurezza del Kirghizistan, Rakhat Sulaymanov, al termine dell’interrogatorio di Mashrapov ha dichiarato alla Bbc che il 28enne non c’entra con l’attacco alla discoteca ‘Reina’. La foto che compare sul passaporto di Mashrapov, pubblicata sui siti e i Tg di tutto il mondo, secondo il responsabile della sicurezza della repubblica ex sovietica ha solo una vaga somiglianza con il sospetto attentatore, ripreso dalle telecamere di sorveglianza. L’indagine sarebbe stata avviata autonomamente, giacche’ le autorita’ turche non avrebbero preso alcun contatto con quelle kirghise, tanto meno le avrebbero avvertite dell’ipotetico coinvolgimento di Mashrapov nella strage perche’ lo fermassero non appena giunto a Bishkek, la capitale. Il 28enne era gia’ stato interrogato prima della partenza da Istanbul, ma poi gli era stato permesso di imbarcarsi.

TITOLARE DEL REINA Quella terribile notte di Capodanno, al Reina di Istanbul, c’era anche il manager della discoteca, Ali Unal, quando un terrorista ha aperto il fuoco uccidendo 39 persone. Il suo racconto: “Ho visto gente che correva, ho chinato la testa, sono esplosi colpi da fuoco, in quel momento ho compreso che stava succedendo qualcosa e mi sono gettato all’indietro. L’attentatore è arrivato alla porta e ha aperto il fuoco verso di me. Mi ha colpito il piede e sono caduto a terra; ma i colpi non si fermavano e schizzavano sopra le teste”. “C’erano tantissimi stranieri. Credo che l’obiettivo fosse quello di avere un impatto mediatico mondiale, ed è quello che è successo”.

Leggi anche:
Cinque accoltellati in attacco a Heinault, morto un 13enne

 

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti