Cultura e Spettacolo

“La stranezza”, Pirandello di Servillo impara da Ficarra e Picone

E’ un Luigi Pirandello che osserva, guarda, studia la vita nella sua Girgenti e che proprio vedendo sul palcoscenico una compagnia di dilettanti capisce che forma dovrà prendere il suo capolavoro, “Sei personaggi in cerca d’autore”. Il nuovo film di Roberto Andò “La stranezza”, nei cinema dal 27 ottobre, va all’origine della creazione di quel capolavoro, fondendo dramma e commedia, vita e arte, realtà e invenzione. E si fondono perfettamente anche i toni misurati di Toni Servillo, nel ruolo Pirandello, e quelli comici di Ficarra e Picone, che interpretano due becchini “prestati” al teatro.

Valentino Picone racconta: “Avevo una compagnia amatoriale, di quelle compagnie che provano un anno intero una commedia per rappresentarla una sola sera in paese, con tutti gli amici e parenti, con entusiasmo straordinario. Abbiamo tentato di restituire quella spontaneità di quegli anni e quella passione”. Il regista a proposito di Pirandello dice: “Tutta la vita è stato in grado di, partendo da quello che gli succedeva intorno, proprio lì a Girgenti, la vecchia Agrigento, a tirarne fuori un mondo. E anche in questo caso l’atto creativo è visto attraverso la vitalità, la simpatia umana di due personaggi, che sono questi due becchini”.

Toni Servillo spiega: “Mi si è confermata, il film è molto eloquente da questo punto di vista, che anche un’opera che può sembrare concettosa, nel suo linguaggio, come I sei personaggi, ha all’origine un forte impatto con la vita, con la vita nel suo scorrere quotidiano. E il film è felice dal punto di vista dell’intuizione”. Ficarra conclude: “E’ un film che riesce a parlare a più livelli, ad avere accesso per tutti. E’ un bel miscuglio che ha un sapore particolare, pirandelliano, infatti”.

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