La tecnologia che vuole salvare Pompei

5 aprile 2014

Sensori e monitoraggio satellitare per proteggere gli scavi più famosi al mondo: siglata oggi a Roma la convenzione tra Ministero dei beni e delle attività culturali e Finmeccanica

Il nostro inestimabile patrimonio artistico e culturale è a rischio. Lo minacciano dissesti idrogeologici, terremoti e inquinamento ambientale. E la tecnologia può essere un prezioso aiuto per proteggerlo: è il caso del progetto Pompei – Give it a Future, nato da una convenzione tra il ministrero dei Beni e delle attività culturali e del turismo e Finmeccanica. L’iniziativa prevede la creazione di una complessa rete di servizi altamente tecnologici per tutelare e valorizzare gli scavi di Pompei, uno dei siti archeologici più delicati e famosi al mondo: “L’impegno di Finmeccanica – afferma l’ad di Finmeccanica, Alessandro Pansa – è quello di fornire gratuitamente servizi per 1,7 milioni di euro per il monitoraggio della struttura architettonico-muraria di Pompei e per aiutare quelli che si occuperanno della sua ristrutturazione e del recupero del sito”.

In particolare, il team multidisciplinare di esperti Mibac-Finmeccanica ha individuato tre priorità di intervento sul sito: i rischi da dissesto idreogeologico, la gestione operativa del complesso e la diagnosi dei manufatti e delle strutture. E ha previsto soluzioni high-tech per ciascuna di esse, scomodando addirittura la costellazione satellitare Cosmo-SkyMed, gestita dall’Agenzia Spaziale Italiana, dotata di sensori radar in grado di riprendere immagini della Terra di giorno e di notte in ogni condizione meteorologica. Grazie a questo strumento i tecnici di Telespazio potranno valutare a intervalli regolari i movimenti del terreno nell’area pompeiana. “Il servizio – spiegano da Finmeccanica – si articolerà in due fasi: l’analisi storica dei trend degli spostamenti di punti rilevati su un periodo di circa due anni precedenti l’inizio dei lavori e il monitoraggio mensile per la durata triennale della convenzione. La tecnica utilizzata, essendo basata su rilievi satellitari, consente di monitorare gli spostamenti lenti di punti localizzati all’interno dell’area di interesse, con una densità di oltre 10mila punti per chilometro quadrato”.

A coadiuvare i dati satellitari ci saranno inoltre le informazioni provenienti dai sensori wireless installati in loco da Selex, in grado di fornire in tempo reale tutti i parametri sullo stato di salute del terreno pompeiano. Il servizio dovrebbe iniziare a essere operativo tra settembre e dicembre di quest’anno, ritardi permettendo. Non è tutto. Per quanto riguarda la gestione operativa del sito, Finmeccanica e Mibac hanno sviluppato un’architettura software (le cosiddette collaborative application) per ottimizzare interventi e comunicazioni tra gli addetti ai lavori: grazie a queste applicazioni, per esempio, gli addetti alla sicurezza potranno localizzare in tempo reale eventuali emergenze (malore di un visitatore, atti vandalici, etc.) e prendere le opportune contromisure. Per la conservazione di manufatti e strutture, infine, Selex ha approntato un servizio di rilevamento a terra costituito da telecamere iperspettrali che consentono di monitorare la composizione chimica di affreschi, pareti e colonne.

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