La Valle dei Templi, culla di civiltà millenarie e scrigno di un paesaggio rurale plasmato da secoli di resilienza, è stata ufficialmente riconosciuta come paesaggio rurale storico italiano. Un traguardo che consacra il “bosco di mandorli e di ulivi” cantato da Pirandello come patrimonio nazionale, aprendo nuove prospettive per il turismo e la tutela ambientale. Ma quali sfide e opportunità si prospettano per questo angolo di Sicilia?
La commissione del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste ha dato il via libera all’iscrizione di oltre 300 ettari della Valle dei Templi nel Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico, delle pratiche agricole e delle conoscenze tradizionali. Un’area che conserva intatta la sua vocazione agricola, con fonti d’acqua utilizzate sin dai tempi dei Greci e pratiche agricole che testimoniano un passato di straordinaria continuità. L’iscrizione, che sarà formalizzata con un decreto ministeriale, non è solo un atto burocratico: è la celebrazione di un paesaggio che resiste al tempo, un unicum mondiale per la sua capacità di coniugare archeologia e natura.
“Proporre un’offerta integrata del territorio consente di accrescere l’attrattività turistica, con un effetto moltiplicatore,” ha dichiarato il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani. L’inserimento nel Registro aggiunge un nuovo tassello alla già prestigiosa identità della Valle dei Templi, sito Unesco per il suo valore archeologico. La sostenibilità rurale diventa così un tema centrale, capace di attrarre nuovi flussi di visitatori e generare ricadute economiche. Un’opportunità per trasformare un patrimonio culturale in un motore di sviluppo.
“L’iscrizione nasce da una collaborazione virtuosa tra pubblico, privato e terzo settore,” ha sottolineato l’assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato. Un’associazione temporanea di scopo (ATS), composta dal Parco archeologico, dalla società Terra del Barone e dal FAI – Fondo Ambiente Italiano, ha lavorato con determinazione per raggiungere questo obiettivo. Il riconoscimento premia un modello di cooperazione che potrebbe diventare un esempio per altre realtà italiane, dimostrando come l’unione di intenti possa tradursi in crescita territoriale.
La candidatura, presentata nel 2021, ha seguito un iter complesso. Dopo un esame preliminare dell’Osservatorio nazionale del paesaggio rurale, il Ministero ha autorizzato la proposta nel 2022. Il dossier, curato dal dipartimento di Architettura dell’Università RomaTre, è stato arricchito da integrazioni e verifiche, culminate in un sopralluogo tecnico. Il risultato è un’iscrizione che non solo celebra il valore storico della Valle, ma rafforza le politiche di tutela e recupero agricolo promosse dal Parco archeologico e paesaggistico, diretto da Roberto Sciarratta.
Con l’ingresso della Valle dei Templi, il Registro nazionale conta ora 33 paesaggi storici, la maggior parte dei quali concentrati nel Centro-Nord Italia. Tra questi spiccano Montepulciano, la Valpolicella, la Costiera Amalfitana e le Cinque Terre. Al Sud, la Sicilia vanta già il paesaggio della pietra a secco di Pantelleria, ma la Valle dei Templi rappresenta un’aggiunta di peso, capace di riequilibrare la rappresentanza geografica e di accendere i riflettori su un patrimonio spesso trascurato.
L’iscrizione della Valle dei Templi nel Registro nazionale è più di un riconoscimento: è un invito a ripensare il rapporto tra cultura, agricoltura e turismo. La sfida ora è trasformare questo traguardo in un progetto concreto, che valorizzi le pratiche agricole tradizionali senza cedere alla tentazione di uno sfruttamento intensivo. Riuscirà la Sicilia a preservare l’anima di questo paesaggio, rendendolo al contempo un volano per l’economia locale? La risposta dipenderà dalla capacità di coniugare tutela e innovazione, in un equilibrio che solo il tempo potrà giudicare.