L’affondo di Cuperlo: al di là dell’inchiesta Consip, Renzi è finito comunque. “Voltare pagina”

L’affondo di Cuperlo: al di là dell’inchiesta Consip, Renzi è finito comunque. “Voltare pagina”
Gli esponenti Pd Gianni Cuperlo (s) e Andrea Orlando
4 marzo 2017

“Io penso che il suo ciclo politico sia finito. E non è questa parentesi giudiziaria che spero si chiuda presto e bene. Sono le cose, i fatti. Tre sconfitte (regionali, amministrative e poi il referendum), di cui l`ultima davvero capitale, dicono che il Paese chiede altro”. Parola di Gianni Cuperlo, convinto che, indipendentemente dall’esito dell’inchiesta Consip, la posta della partita che si sta giocando nel confronto interno al Pd sia la sua stessa sopravvivenza. “Io penso – dice Cuperlo al Fatto Quotidiano – che il partito democratico sia nato storto: ha sognato di risolvere i suoi problemi ritenendo che bastasse un programma comune con personalità di esperienze diverse. Invece non è così. È stato sradicato il costume che ci teneva uniti mentre il mondo cambiava e a noi adesso mancano le parole per descrivere questo nuovo mondo e un pensiero per governarlo. Ma la sinistra è viva se alimenta speranze e persino utopie. E io credo che il punto sia lì, nel voltare pagina pensando a scrivere quella successiva. Provarci è il minimo”.

Cuperlo spiega che è questa convinzione politica che lo ha mosso a chiedere le dimissioni dal Governo di Luca Lotti a seguito degli sviluppi dell’inchiesta Consip, finendo nel mirino dei renziani che lo hanno etichettato, poi scusandosi, come “sciacallo”. “Ho condotto personalmente – ha sottolineato- mie tutte le battaglie: magari alcune le avrò sbagliate, ma non ho mai consumato parole che non sentissi adeguate, senza nessuna voglia di essere ridondante, di esorbitare dal contesto e appunto dalla misura. Avrò ecceduto? Quel che io vedo è il senso di umiliazione che questa e altre vicende hanno fatto vivere a tanti compagni. Non soltanto coloro che sono andati via, ma a quelli che ci hanno abbandonato, o che noi abbiamo lasciato per strada, durante questa marcia dissennata verso lo smantellamento di ogni connessione sentimentale con il nostro popolo, con l`ambiente che in noi vedeva l`avvenire, il nuovo, la possibilità di un riscatto. Io è a questo che voglio reagire”.

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