Lanciata con successo la sonda Esa Solar Orbiter

11 febbraio 2020

Dopo un lancio perfetto dalla base Nasa di Cape Canaveral, in Florida, la sonda Esa “Solar Orbiter” è in viaggio verso il Sole. O meglio, verso un’orbita fortemente ellittica con periodo di 180 giorni che, dopo un viaggio di circa 2 anni la porterà – nel punto più vicino – ad appena 42 milioni di Km dalla nostra stella; circa 1/3 della distanza Terra/Sole, più vicino di quanto sia Mercurio. Clementina Sasso, portavoce Esa per la missione Solar Orbiter.

“Svelerà il legame tra il Sole e l’Eliosfera che è la grande bolla di plasma in cui tutto il sistema solare è immerso – ha spiegato – grazie agli strumenti sulla sonda e i telescopi che invece guardano la superficie solare riusciremo a fare il legame di questo plasma che parte dal sole e arriva allo spacecraft”. Solar Orbiter, realizzata con la Nasa e il contributo di diversi Paesi tra cui l’Italia, è la prima delle missioni M (Medium) del programma “Cosmic Vision 2015-2025” dell’ESA. È la prima volta che una missione spaziale si avvicina così tanto al Sole, in una zona con forti radiazioni e temperature prossime ai 500 gradi. Sfruttando la spinta gravitazionale di Venere, inoltre, si allontanerà dall’eclittica, il piano orbitale del sistema solare, e studierà le regioni polari del Sole con un’angolazione compresa tra i 17 e i 33 gradi per scoprire di più sul campo magnetico della stella che interagisce con la Terra e gli altri pianeti, sul cosiddetto “vento solare” e sui cicli solari che durano 11 anni.

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Dieci gli strumenti scientifici a bordo tra cui l’italiano Metis, un coronografo, costruito da Thales Alenia Space con Ohb Italia per studiare la corona solare. Marco Romoli, principal investigator del Metis. “Un coronografo – ha precisato – è, in sostanza, un telescopio che crea un’eclissi artificiale, ha una sorta di disco che blocca la luce del disco (del Sole, ndr) per poter guardare la luce molto più tenue che arriva dall’atmosfera esterna del Sole che si chiama corona solare. Metis permetterà di osservare la corona dalla sua base fino a 3 o 4 raggi solari, nella zona dove si forma il vento solare”. L’Italia partecipa alla missione fornendo tecnologia e sensori anche per altri strumenti della sonda attraverso l’Asi, l’Agenzia spaziale italiana, con il contributo dell’Inaf, del Cnr e soprattutto dell’industria aerospaziale nazionale, con Leonardo che ha fornito, tra l’altro, due sensori di assetto stellare e Thales Alenia Space che oltre a Metis ha creato lo Scudo termico della sonda. Solar Orbiter lavorerà anche in team con la Sonda Nasa Parker Solar Probe, in orbita dal 2018.

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