Con nuovi tredici cardinali, il Papa riequilibra rappresentatività Conclave

Con nuovi tredici cardinali, il Papa riequilibra rappresentatività Conclave
10 ottobre 2016

Con l’annuncio di un Concistoro nel quale creerà 13 nuovi cardinali elettori, il prossimo 19 novembre, Papa Francesco rafforzerà la componente extra-europea del collegio cardinalizio, senza peraltro punire statisticamente l’Italia, continua a premiare, come ha già fatto in passato, la “periferia” di Africa, Asia e Oceania, e restringe lo iato tra la geografica dei fedeli e quella del loro “collegio elettorale”, ossia il prossimo Conclave. Nel collegio cardinalizio sono rappresentati i cinque continenti con 79 paesi, 59 dei quali hanno cardinali elettori, rappresentazione – non proporzionale – della Chiesa cattolica mondiale.  Con il Concistoro del prossimo novembre – il terzo di Francesco – i cardinali elettori diventano 121 (erano 115 sia nel Conclave del 2013 che ha eletto Jorge Mario Bergoglio che in quello del 2005 che ha eletto Joseph Ratzinger). Gli europei, con i nomi preannununciati ieri da Francesco, saranno 54 (erano 59 nel 2013, 58 nel 2005), i nord-americani 17 (erano 14 sia nel 2013 che nel 2005), i centro-americani e sud-americani 17 (erano 19 sia nel 2013 che nel 2005), gli africani 15 (erano 12 nel 2013 e 11 nel 2005), gli asiatici 14 (erano 10 nel 2013 e 11 nel 2005) e dall’Oceania verranno 4 cardinali elettori (erano uno nel 2013 e due nel 2005). Gli italiani, il gruppo maggiore in termini assoluto, nonché solitamente il più diviso, erano 20 nel 2005, 28 nel 2013, ora diventano 25.

In termini percentuali, Francesco diminuisce il gap storico tra la diffusione del cattolicesimo nei diversi continenti e la sua rappresentanza in seno al collegio cardinalizio. L’andamento statistico, in realtà, non è traumatico. Il “suo continente”, l’America latina, continua a essere fortemente sotto-rappresentato. L’Italia, pur circoscritta rispetto al passato (continuano a non ricevere la porpora tradizionali sedi cardinalizie come Venezia, Bologna, Torino o Palermo, così come maggiorenti italiani della Curia romana), continua ad essere sovrarappresentata. Ma, Concistoro dopo Concistoro, il primo Papa latino-americano della storia riequilibria la composizione del futuro Conclave. In termini percentuali, dal 2005 al prossimo novembre la percentuale, continente per continente, passa dal 50,4 al 44,6 per l’Europa, dal 12,2 al 14 per il Nord America, dal 16,5 al 14 per America centrale e meridionale, dal 9,6 al 12,4 per l’Africa, dal 9,6 all’11,6 per l’Asia e dall’1,7 al 3,3 per l’Oceania. L’Italia passa dal 17,4 al 20,7 per cento. Percentuali che, almeno in parte, avvicinano – anche se le proporzioni sono ancora lontane – la composizione del Collegio cardinalizio alla geografia del popolo cattolico, che, notoriamente, è maggioritario in America latina, cresce in Asia e Africa, diminuisce negli Stati Uniti e in Europa. In base all’Annuario statistico vaticano pubblicato a marzo scorso con i dati del 2014, su oltre un miliardo e 272 milioni di cattolici in tutto il mondo, il 22,6 per cento vive in Europa (oltre 287 milioni), il 6,9 per cento in America del nord (oltre 87 milioni), il 41,9 per cento vive in America centrale e meridionale (oltre 532 milioni), circa l’11 per cento in Asia (oltre 139 milioni), quasi il 17 in Africa (oltre 214 milioni), lo 0,8 per cento in Oceania(oltre dieci milioni). Il 4,56 per cento dei cattolici del mondo vive in Italia.

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