Politica

L’appello dell’Ue a Putin: Mosca fermi massacro in Siria, soluzione politica non militare

“Non esiste una soluzione militare alla crisi in Siria”, l’unica strada percorribile è quella del “processo politico”: un percorso che dovrà avere come sua premessa indispensabile la fine immediata del “massacro” ad Aleppo e l’apertura di corridoi umanitari. “Ne va della nostra credibilità morale”, dice Frank-Walter Steinmaier (foto sx) al termine del suo incontro a Roma con Paolo Gentiloni (foto) e Jean-Marc Ayrault (foto dx). Una strada tutta in salita, dopo il veto russo alla risoluzione presentata da Parigi al Consiglio di sicurezza dell’Onu, che ha confermato il sostegno di Mosca al regime siriano non solo sul piano militare ma anche su quello politico-diplomatico. Eppure, ha insistito il capo della diplomazia francese, la priorità “non è entrare in un ciclo di sanzioni” alla Russia per il suo appoggio a Damasco, “ma convincerla della necessità di porre fine ai bombardamenti Aleppo, di aprire un corridoio umanitario e di riprendere il processo politico”. Bombardamenti che Gentiloni ha definito “inaccettabili”, così come “inaccettabile è il sostegno che a questo comportamento viene dato”.

Il riferimento alla Russia è molto chiaro. “Avevamo scommesso che la Russia desse un contributo positivo, influenzando il regime di Assad. Dobbiamo prendere atto che soprattutto nelle ultime settimane non è stato così”. La situazione di Aleppo lo conferma ogni giorno e lascia tutti “costernati”. “Le responsabilità sono chiare”, afferma Ayrault: “sono del regime di Assad, sostenuto dai suoi alleati, la Russia e l’Iran”. Ma niente maniere forti, non è il momento di prove muscolari. La sola via di uscita dalla crisi, convengono i tre ministri, è la “ripresa del processo politico di pace”. Il 21 ottobre verrà reso pubblico il rapporto Onu sull’uso delle armi chimiche nel conflitto siriano. Parigi è certa che verranno confermate “le responsabilità del regime”, d’altra parte il segretario generale delle Nazioni unite Ban Ki-moon ha già parlato di “crimini contro l’umanità”. Solo dopo che il Consiglio Onu per i diritti umani di Ginevra – che ha designato la commissione che indaga sulle violazioni in Siria – avrà dato “materia per future decisioni”, si potranno valutare responsabilità e ulteriori passi da compiere. Ma la “priorità” della Francia e delle cancellerie europee “non è entrare in un ciclo di sanzioni” alla Russia. E’ ripartire dalla fine, per avere un nuovo inizio: la fine di un “massacro”, per la salvezza della popolazione di Aleppo e la ripresa dei negoziati per il cessate il fuoco. E se si ricomincia dagli accordi del 9 settembre, “se Russia e Usa ripartono insieme, tanto meglio”. Purché ciò accada davvero, “perché non è mai troppo tardi per fare la pace”.

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