Cultura e Spettacolo

L’Autoritratto di Rembrandt torna a Palazzo Corsini

È tornato “a casa”, a Palazzo Corsini a Roma, “L’Autoritratto come san Paolo” di Rembrandt. C’è una storia a dir poco rocambolesca dietro questo celebre dipinto datato 1661, che nel 700 faceva parte della collezione del cardinal Neri Maria Corsini, oggi idealmente posto di fronte all’opera. La mostra – dal 21 febbraio al 15 giugno 2020 alla Galleria Corsini (via della Lungara 10) – è stata curata da Alessandro Cosma: “Il dipinto che oggi è conservato ad Amsterdam, al Rijksmuseum, in realtà nel 700 era proprietà della famiglia Corsini, acquistato dal Cardinale Neri Maria, che costruisce il palazzo alla Lungara dove siamo e che lo compra proprio per esporlo nella sua galleria dei dipinti – spiega Cosma, ricordando che fu “vista da viaggiatori, da grandi pittori, come Turner che ne fa una copia, ed era diventato un po’ uno dei protagonisti della galleria. Succede poi che nel 1799 Roma viene occupata dai francesi”.

“L’autoritratto come San Paolo” viene così venduto per far fronte alle tasse forzose imposte durante l’occupazione francese alle famiglie nobili. “Nel caso dei Corsini la storia è particolare, perché il principe Tommaso all’epoca non era a Roma, era in Sicilia, e quindi tutta la trattativa con i francesi la deve fare i il maestro di casa, che viene più volte arrestato, minacciato e alla fine decide, senza dirlo al principe, di vendere una parte dei quadri per pagare queste tasse, tra questi quadri c’è l’autoritratto di Rembrandt che passa subito di mano in mano tra i principali mercanti inglesi attivi in città e alla fine finisce in Inghilterra dove viene venduto all’asta e poi ad Amsterdam”.

Nel 1800, con la fine della Repubblica romana, il principe Corsini iniziò una causa per recuperare l’opera: “In questo caso il principe Corsini ha poi cercato di recuperarla, c’è una causa, ci sono dei sequestri, c’è un tentativo di riprendere le opere che raccontiamo attraverso i documenti originali dell’Archivio Corsini in mostra. Purtroppo questo quadro al principe sfugge e fa la fortuna di Rembrandt in Inghilterra. Del resto è uno straordinario autoritratto tardo, in veste di San Paolo, l’unico che conosciamo in veste di figura biblica e un autoritratto che mostra la modernità straordinaria della tarda pittura di Rembrandt, una pittura fatta di tocco, di materia, come si vede bene nel turbante, nel viso, realizzati con pennellate ricche di colore, mentre invece la parte bassa, l’abito è quasi tirato via, con poche pennellate, perché la parte principale deve essere effettivamente il viso, il viso del pittore stesso”.

Nella mostra anche due incisioni particolari: “Ci sono due incisioni realizzate in occasione delle due principali vendite, una nel 1799, quando viene venduto da Palazzo Corsini, e l’altra viene fatta nel 1809 in Inghilterra, quando guarda caso il quadro è arrivato in Inghilterra e il suo proprietario Lord Kinnaird lo vuole vendere nuovamente; cosa particolare, perché Rembrandt è uno dei grandi maestri dell’incisione, e ne esponiamo alcune del fondo Corsini, quindi di proprietà della famiglia, che sono tra le più straordinarie che ha realizzato, e proprio le incisioni erano il mezzo utilizzato per raccontare che il quadro di Rembrandt era in vendita”, ha concluso il curatore.

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