Le mille giravolte del funambolo Pisapia

Le mille giravolte del funambolo Pisapia
Il leader di Campo progressista, Giuliano Pisapia
12 ottobre 2017

Ha rotto con la sinistra, per dialogare con Matteo Renzi. Dialogo spentosi sul nascere, non facendo votare la fiducia sul ‘Rosatellum bis’ ai parlamentari di Campo Progressista, bocciando di fatto la legge elettorale. E sentenziando: “Purtroppo il tonfo del centrosinistra in Sicilia mi pare ormai inevitabile”. Sembra aver perso la rotta, Giuliano Pisapia. Pochi giorni fa aveva liquidato il bersaniano di ferro, Roberto Speranza con “gli auguro buon viaggio, non credo nella necessità di un partitino del 3%”. Ed entrambi, Speranza e Pisapia, si sono ritrovati insieme virtualmente in piazza contro la legge elettorale. “Un provvedimento varato ad uso e consumo di cartelli politici improvvisati e non frutto di un ragionamento ampio e condiviso”, dice il leader di Cp . Sembra che l’ex sindaco di Milano si sia infilato in un “cul de sac”, avendo chiuso le porte ai bersaniani, e ora a Renzi, gettando alle ortiche la “sua” legge elettorale. In sostanza, è come se fosse rimasto bloccato in sinistre sabbie mobili. Eppure, Pisapia continua a guardare a sinistra. “Con Bersani ci confrontiamo spesso e so che abbiamo la stessa idea di partito. Spero riesca a portare anche gli altri sulle nostre stesse posizioni”, continua a ripetere il leader di Campo Progressista. Insomma, è l’ora che l’ex sindaco di Milano imbocchi una rotta, se proprio lui non vuole ritrovarsi in “un partitino del 3%”.

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