Le tasse volano a 471 miliardi, il fisco incassa 9,3 miliardi in più

Il bollettino del Mef certifica la tenuta dei conti pubblici

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Le casse dello Stato fanno il pieno. Nei primi dieci mesi del 2025 le entrate tributarie erariali hanno raggiunto quota 471,6 miliardi di euro, con un incremento di 9,3 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2024. Un aumento del 2% che testimonia la tenuta dei conti pubblici nonostante il taglio del cuneo fiscale. A trainare la crescita sono soprattutto le imposte indirette, mentre quelle dirette risentono degli effetti delle misure di alleggerimento fiscale introdotte dalla scorsa manovra. Il dato emerge dal Bollettino delle entrate tributarie pubblicato dal Dipartimento Finanze del ministero dell’Economia.

Solo nel mese di ottobre il gettito si è attestato a 44,6 miliardi di euro, con un incremento del 2,2% che ha dato lo sprint finale ai primi dieci mesi dell’anno. Un risultato che conferma l’efficacia dell’azione di contrasto all’evasione e la tenuta del sistema fiscale italiano. Le imposte indirette corrono e superano i 205 miliardi di euro, segnando un balzo di oltre 8 miliardi rispetto al 2024. L’incremento del 4,3% è trainato dall’Iva, che genera oltre 4 miliardi in più grazie all’inflazione e alla tenuta dei consumi.

In crescita anche le imposte sulle transazioni: spicca l’imposta di bollo con un incremento del 27,2%, risultato diretto del versamento annuale anticipato per i contratti assicurativi introdotto dalla scorsa legge di bilancio. Anche le accise contribuiscono all’aumento generale. I canoni di abbonamento radio e televisivi registrano un’impennata del 31,3%, mentre le concessioni governative crescono del 5,9%. In controtendenza l’imposta sulle assicurazioni, che cala del 15,9%, le tasse automobilistiche in flessione del 3,5% e il gettito delle attività da gioco che perde il 2,6%.

Il taglio del cuneo pesa sulle imposte dirette

Ben diversa la dinamica delle imposte dirette, che si attestano a 266,2 miliardi con un modesto incremento dello 0,4%, pari a 940 milioni. Il gettito Irpef si riduce di oltre 4 miliardi, fermandosi a 187,9 miliardi. Calano le ritenute effettuate sui redditi dei lavoratori dipendenti, sia nel settore privato che in quello pubblico. Un andamento negativo direttamente collegato alle modifiche introdotte dalla scorsa manovra, che nel 2025 ha reso strutturale il taglio del cuneo fiscale. Nel 2024 la misura era limitata alla componente contributiva, mentre quest’anno ha assunto carattere permanente con effetti più ampi.

La Nota tecnica del ministero dell’Economia chiarisce che nel confronto tra il 2024 e il 2025 si osserva una riduzione delle entrate tributarie dovuta alle misure introdotte sia in attuazione del primo modulo della riforma fiscale, sia per la riduzione del cuneo fiscale. Un prezzo che lo Stato ha scelto di pagare per alleggerire la pressione sui lavoratori dipendenti e sostenere il potere d’acquisto delle famiglie. In calo anche il gettito Ires, l’imposta sui redditi delle società, che si attesta a 33,3 miliardi con una flessione del 3,5%.

Crescono invece gli incassi dall’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi nonché le ritenute sugli interessi e altri redditi di capitale, che balzano del 15,2% superando i 18,3 miliardi. Incrementi a tre cifre per il gettito derivante dall’imposta sostitutiva sui redditi da capitale e sulle plusvalenze, che raggiunge quota 3,2 miliardi con un balzo del 118,9%. Un risultato strettamente legato all’andamento positivo del mercato del risparmio gestito registrato nel 2024.

La lotta all’evasione garantisce 12,8 miliardi

Ancora più significativo l’aumento dell’imposta sostitutiva sul valore dell’attivo dei fondi pensione, che tocca 1,5 miliardi con un’impennata del 462,3%. Il dato è legato al versamento effettuato a febbraio del saldo annuale per l’anno 2024. A completare il quadro positivo c’è il buon andamento dell’attività di accertamento e controllo. Nel periodo gennaio-ottobre il gettito derivante dalla lotta all’evasione si è attestato a 12,8 miliardi, con un incremento di 1,1 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2024. L’aumento del 9,6% testimonia l’efficacia dell’azione della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate.

In particolare, le imposte dirette recuperate attraverso l’attività di accertamento ammontano a 6,5 miliardi, con un balzo del 17,9% pari a 998 milioni in più. Dalle imposte indirette sono affluiti invece 6,2 miliardi, con un incremento più contenuto del 2,1% pari a 127 milioni. Questi numeri confermano che il contrasto all’evasione fiscale rappresenta una fonte di gettito strategica per le finanze pubbliche, in grado di compensare almeno in parte gli effetti delle misure di alleggerimento fiscale.

Al Mef si cercano le coperture per la manovra

Mentre i conti dei primi dieci mesi dell’anno certificano la tenuta delle entrate, al ministero dell’Economia si lavora al puzzle delle coperture per le modifiche alla manovra. Per giovedì sono attesi in Senato gli emendamenti del governo sui temi concordati dalla maggioranza: dagli affitti brevi all’Isee, dai dividendi alla compensazione dei crediti, dall’iperammortamento alle forze dell’ordine. Prima però occorre sciogliere il nodo delle coperture finanziarie.

Sul tavolo del Mef le misure per banche e assicurazioni, che dovrebbero portare 600 milioni in due anni attraverso la riduzione delle deducibilità delle perdite pregresse. Si studiano anche altre opzioni: l’aumento graduale della Tobin tax, l’imposta sulle transazioni finanziarie, la tassa sui pacchi e l’incremento dell’aliquota sulla rivalutazione dei terreni. Perde invece quota l’ipotesi della tassazione agevolata sull’oro da investimento. Ma non è ancora detta l’ultima parola. Le prossime ore saranno decisive per definire il pacchetto di modifiche che il governo presenterà in Parlamento.