Politica

Le tre “tentazioni” di Kim: farà nuovo test missilistico?

Tre giorni fa il Dong-A Ilbo, uno dei principali quotidiani sudcoreani, ha scritto – citando le intelligence di Seoul e Washington – che le strutture mobili di lancio (TEL) nordcoreane sono state segnalate in tre delle quattro province della Corea del Nord e che un satellite Usa ha recentemente catturato immagini di missili balistici montati su queste strutture. Da questo ne fa conseguire che potrebbe essere vicino il lancio di un missile intercontinentale Hwasong-14 o di un missile intermedio Hwasong-12. E’ un segnale che arriva in un momento particolare per l’Asia orientale. Ci sono tre eventi che potrebbero tentare Kim Jong Un: l’inizio di manovre marittime congiunte tra Usa e Corea del Sud, la settimana del XIX Congresso del Partito comunista cinese e le elezioni anticipate in Giappone. Le manovre congiunte Usa-Sudcorea hanno come protagonista la portaerei nucleare Ronald Reagan. Sono iniziate ieri e dureranno per cinque giorni nel Mar cinese orientale e nel Mar giallo. Secondo quanto racconta il quotidiano sudcoreano JoongAng Ilbo, le unità della marina Usa e sudcoreana principalmente simuleranno l’infiltrazione nella Corea del Nord dal mare. Oltre alla Reagan, un bestione con 5mila uomini d’equipaggio a bordo, ci saranno anche il sottomarino USS Michigan, armato con circa 150 missili cruise Tomahawk. La Corea del Sud s’attendeva un nuovo lancio nordcoreano per il 10 ottobre, giorno della celebrazione del 72mo anniversario della fondazione del Partito dei lavoratori coreani (fondato dal nonno di Kim Jong Un, Kim Il Sung), ma non è avvenuto.

Così c’è la massima attenzione da parte dei militari sudcoreani durante i sei giorni delle manovre congiunte. S’interseca con questo evento, poi, un’altra tentazione fortissima per Kim. Il 18 ottobre, mercoledì, apre i battenti il XIX Congresso del Partito comunista cinese, un appuntamento cruciale che deciderà la permanenza al potere per almeno altri cinque anni di Xi Jinping, un leader che ha un pessimo rapporto con l'”alleato” Kim Jong Un. Pyongyang ha già rovinato la festa a Pechino due volte quest’anno: con un test balistico a giugno in occasione del summit delle “Nuove Vie della Seta” e con il sesto test nucleare mentre Xi Jinping ospitava gli altri quattro leader dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica). Un lancio balistico o un test nucleare durante questa cruciale assise sarebbe un pesante affronto al presidente cinese, che Kim non ha ancora mai incontrato. La terza tentazione sono le elezioni giapponesi anticipate del 22 ottobre, domenica, che il premier giapponese Shinzo Abe ha convocato per cercare di ottenere il mandato, tra le altre cose, in vista di un tentativo di riformare la Costituzione pacifista nipponica e, in particolare, l’articolo 9 che rende molto complesso l’utilizzo le forze di autodifesa nipponiche a livello operativo. Un test missilistico mentre a Tokyo sono aperte le urne sarebbero un ulteriore segnale di forte ostilità nei confronti dell’ex potenza coloniale, da sempre principale obiettivo degli strali dei Kim.

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