Legge di Stabilità, resta nodo spending review. Tagli ridotti a 5-6 mld

Legge di Stabilità, resta nodo spending review. Tagli ridotti a 5-6 mld
2 ottobre 2015

di Enzo Marino

Pensioni, lavoro, sanità, ma soprattutto ‘spending review’. Sono solo alcuni dei dossier ancora aperti in vista della messa a punto della legge di stabilità per il 2016. Una manovra che cambia volto giorno per giorno e sulla quale pesa ancora l’incognita dell’entità dei tagli alla spesa, che dovevano, nelle previsioni iniziali, rappresentare buona parte della copertura per disinnescare le clausole di salvaguardia. Sembra ormai assodato, che l’obiettivo di 10 miliardi di tagli indicato nel Def di aprile non potrà essere centrato. Al momento dal piano di razionalizzazione della spesa dovrebbero arrivare circa 5-6 miliardi che Matteo Renzi punta a aumentare almeno fino a 7 per non discostarsi troppo dal target annunciato. Il puzzle però è ancora incompleto e molte cose potrebbero cambiare da qui al varo previsto entro il 15 ottobre. Le riunioni proseguono incessanti sia a livello tecnico che di governo, e palazzo Chigi e via Venti Settembre sono alla ricerca di un equilibrio fra la voglia di evitare misure impopolari e l’esigenza di procedere con il rigore dei tagli già contabilizzati. A fare la parte da leone nel prossimo piano di revisione della spesa sarà comunque il capitolo sanità anche se l’entità, come già annunciato, sarà ridimensionata rispetto alle previsioni iniziali circa 3 miliardi.

L’altro grande capitolo su cui si punta a conseguire i maggiori risparmi, circa 2,5 miliardi, è quello della centralizzazione degli acquisti, un’operazione su cui si lavora da tempo. C’è poi la partita ben più delicata dei tagli ai ministeri da cui al momento non si prevede di superare il miliardo di risparmi. I dicasteri sono tutti in pressing e nel caso in cui non si dovesse trovare la quadra non è escluso che possa rispuntare il taglio lineare del 3% (ma la percentuale potrebbe cambiare) già proposto lo scorso anno da Matteo Renzi. Dubbi, inoltre anche sulla stretta alla cosiddetta ‘tax expenditure’. Non è ancora certo che l’intervento verrà rinviato, anzi potrebbe rientrare ma in misura più contenuta riducendo gli obiettivi di risparmio da 1,5 miliardi a nemmeno un miliardo. L’ultima parola su questo spetterà al premier perchè nel pacchetto ci sono alcune misure impopolari che Renzi vorrebbe evitare o per lo meno ridurre. Si potrebbe optare per una scelta mirata su alcune agevolazioni tralasciando quelle che impattano sulle famiglie. Infine, per quanto riguarda le municipalizzate i tecnici sono al lavoro per fare i conti sugli effetti della riforma Madia e non è escluso che alcune misure potranno essere estrapolare dal ddl di riforma della pubblica amministrazione ed essere inserite nella legge di stabilità. Anche la norma sulla duplicazione degli uffici potrebbe confluire in manovra. Resta in dubbio anche l’intervento sulle invalidità.

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