Ignazio La Russa
Il centrodestra ha avviato trattative riservate per definire una nuova legge elettorale maggioritaria. Lo rivelano, in controtendenza con la linea ufficiale di silenzio, le dichiarazioni del presidente del Senato Ignazio La Russa e del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, punto di riferimento del governo su questo dossier. L’obiettivo è chiudere il cantiere entro la fine della legislatura, superando lo stallo della riforma sul premierato.
In un’intervista a Repubblica, La Russa, esperto della materia, ha di fatto ammesso che il piano A per una riforma maggioritaria – l’elezione diretta del premier – non è più l’unica opzione sul tavolo. “Se c’è la volontà politica, si può fare. Se poi non ci si arriva, c’è la legge elettorale”, ha dichiarato la seconda carica dello Stato. La riforma costituzionale è infatti bloccata alla Camera da 18 mesi dopo l’approvazione in Senato, senza prospettive di sblocco.
Il ministro Lollobrigida, a margine di un question time, ha rotto gli indugi aprendo ufficialmente la trattativa. Pur definendo “negoziabile” ogni punto, ha avvertito Forza Italia sull’indicazione del capo della coalizione. “Avvantaggia tutta la coalizione”, ha spiegato, mentre l’indicazione dei leader di partito “avvantaggia le liste”. Per Fratelli d’Italia, ha aggiunto, sarebbe comunque un “win-win”, in un chiaro invito alla riflessione per gli alleati.
Dall’altro lato, Forza Italia teme di essere fagocitata da un meccanismo che non può vedere il suo simbolo, legato a Silvio Berlusconi, in secondo piano. “Siamo scettici nell’indicare il nome del premier sulla scheda”, ha spiegato Alessandro Battilocchio, delegato azzurro al tavolo. “Nessuna riunione è stata fatta, ogni partito sta facendo i suoi approfondimenti”. Tra le ipotesi, anche l’indicazione del capo coalizione solo sul programma.
Altri temi divisivi sono sul tavolo. La Lega avrebbe già ceduto, secondo fonti azzurre, sulla riduzione degli uninominali, un punto cardine per un partito territoriale. Resta il tema delle preferenze, sponsorizzate da Fdi ma che, secondo alcuni tecnici, potrebbero creare problemi di rappresentanza di genere. “Con le preferenze Meloni sarebbe l’unica donna eletta”, afferma Stefano Benigni, vice segretario di Forza Italia.