Politica

Legge elettorale torna sulla scena, ipotesi premio a lista

La appena iniziata XVIII legislatura potrebbe servire a modificare la legge elettorale per poi tornare al voto. Si tratta di un’ipotesi lontana, uno scenario che al momento non viene preso in considerazione dalle principali forze politiche, tanto piu’ nel pieno delle consultazioni al Quirinale. Ad aprire a quella che, sin da subito, diversi esponenti politici si affrettano a definire ‘extrema ratio’ e’ la leader di FdI Giorgia Meloni. Ed e’ singolare anche il luogo prescelto per l’annuncio: il Colle, terminato il colloquio con il Capo dello Stato. Meloni, parlando con i giornalisti al Quirinale, riferisce di aver gia’ chiesto al presidente della Camera Roberto Fico di inserire anche la riforma della legge elettorale tra i temi di cui si dovra’ occupare la Commissione speciale che sara’ istituita martedi’ prossimo a Montecitorio, con il voto dell’Aula. Basterebbe, per la leader di FdI, una sola modifica: inserire nel testo attuale del Rosatellum il premio di maggioranza alla lista (o alla coalizione). E i numeri per approvare questa modifica ci sarebbero gia’: il premio di maggioranza – ora non previsto nell’attuale legge – da attribuire in particolare al partito che ottiene un tot di voti non dispiacerebbe affatto a Matteo Salvini. Il leader leghista, infatti, non ha mai nascosto di guardare al voto come ultima spiaggia, qualora ogni tentativo di dar vita a un governo risulti vano.

Ritorno alle urne non viene escluso dai leghisti

E oggi a ribadire questa possibilita’ e’ il suo braccio destro, Giancarlo Giorgetti: “Se questa politica dei veti di M5s va avanti, l’unica soluzione e’ tornare al voto ma intanto magari i problemi dell’Italia peggiorano”, spiega ospite di Porta a porta. E infatti lo scenario di un ritorno alle urne non viene escluso dai leghisti. Resterebbe in carica Gentiloni che traghetterebbe il Paese alle lezioni ad ottobre. Sarebbe comunque una sorta di ‘piano B’ in caso di fallimento definitivo della trattativa con i 5 stelle. Ma consentirebbe nel frattempo di modificare la legge elettorale introducendo un premio di maggioranza alla lista. Un’eventualita’ che, secondo alcuni leghisti, converrebbe al leader di via Bellerio, perche’ schiaccerebbe FI e lo consacrerebbe alla guida del centrodestra, sia se la Lega dovesse presentarsi da sola, sia – questa l’ipotesi piu’ appetibile – se dovesse presentarsi come alleanza di centrodestra ma sotto un unico simbolo. Per contro, il premio di maggioranza alla lista non piacerebbe affatto a Silvio Berlusconi. Del resto l’ipotesi fu bocciata dal Cavaliere gia’ nella scorsa legislatura, quando il Pd di Renzi provo’ a inserire il tema tra i punti al centro dell’accordo poi siglato con gli azzurri e che porto’ all’approvazione del Rosatellum. Il premio alla lista darebbe il via libera all’Opa di Salvini sul partito di Berlusconi. E visti i consensi in crescendo della Lega, questo e’ un rischio che l’ex premier non puo’ correre.

FdI presenta pdl su legge elettorale

Ma i numeri, volendo, in Parlamento ci sarebbero gia’ se anche i pentastellati sposassero la proposta. Allergico ai premi di maggioranza, il Movimento 5 stelle, visto il risultato non netto delle elezioni, potrebbe convincersi della necessita’ di appoggiare una modifica in tal senso della legge elettorale. Potrebbe rappresentare per Luigi Di Maio, infatti, un’ipoteca su palazzo Chigi. Se, ad esempio, ci fosse stato il premio alla lista, i 5 stelle avrebbero potuto ambire a governare da soli. Certo, molto dipenderebbe dalla percentuale di voti necessari per farlo scattare. Fatto sta che se Lega e 5 stelle trovassero l’accordo, magari anche con l’appoggio di FdI, i numeri in Parlamento non darebbero scampo agli oppositori. E che FdI ci stia pensando lo ha rivelato la stessa Meloni: “Stamattina abbiamo presentato una pdl alla Camera per modificare la legge elettorale inserendo il premio di maggioranza al 40% o al 37% indipendentemente alla coalizione o alla lista”. E la strada, per Meloni, sarebbe anche rapida: se ne occupi la Commissione speciale. Tuttavia, per prassi consolidata, l’organismo viene istituito per esaminare il Def e i provvedimenti ‘giacenti’, non per temi ‘nuovi’. Meloni pero’ si e’ gia’ premurata di avvisare “sia Berlusconi sia Salvini, ma e’ una proposta di FdI su cui spero ci sia convergenza”.

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