Legge natura, Fidanza (FdI) deluso ma annuncia nuove battaglie

Legge natura, Fidanza (FdI) deluso ma annuncia nuove battaglie
12 luglio 2023

Ci sono almeno tre dossier sui cui vi saranno altre dure battaglie politiche nei prossimi mesi, simili a quella svoltasi nella plenaria del Parlamento europeo, oggi a Strasburgo sul Regolamento Ue per il ripristino della natura. Ne è convinto Carlo Fidanza, capo delegazione di Fdi nel gruppo Ecr al Parlamento europeo, che ne ha parlato con alcuni giornalisti nel pomeriggio dopo il voto di Strasburgo. Lo scontro tra le forze di centro destra, critiche nei confronti del Green Deal accusato di essere troppo “ideologico”, e quelle di centro sinistra e ambientaliste che lo sostengono si ripeterà, ha sostenuto Fidanza, sulla direttiva Ue sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggi (direttiva “packaging”), sulla normativa “euro 7”, che impone nuove riduzioni delle emissioni dagli autoveicoli diverse da quelle di CO2 (particolato, ossidi d’azoto, monossidi di carbonio etc.), e sulle nuove norme proposte per la riduzione delle emissioni dei veicoli pesanti.

 

Riuso degli imballaggi

La parte critica della direttiva “Packaging” riguarda i nuovi obblighi di riuso degli imballaggi, che si aggiungono a quelli già esistenti sul riciclaggio o li sostituiscono, soprattutto nel settore alimentare. Fidanza ha detto di confidare che possano passare gli emendamenti contro i nuovi obblighi su questo punto che sono sostenuti non solo dal centro destra, ma anche trasversalmente dagli eurodeputati, soprattutto italiani, di altre forze politiche. Sulle altre due normative, e in particolare sull'”Euro 7″, che vede già la forte opposizione di una coalizione di diversi Stati membri, il capo delegazione di Forza Italia non esclude che possa addirittura essere riproposto il rigetto delle proposte, come era stato fatto oggi sul regolamento per il ripristino della natura. Secondo Fidanza, il voto di oggi, finito con una sconfitta del centro destra per una manciata di voti (12) non è una battuta d’arresto per le possibili nuove alleanze? “No, non lo è, anzi – ha detto il capo delegazione di Fdi – è un momento importante, perché dopo tanti anni è emersa una consapevolezza da parte del Ppe per scelte che sono state sbagliate fino ad oggi”.

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Il Green Deal

“Noi siamo lieti di questa consapevolezza, che semmai è arrivata un po’ tardivamente, perché abbiamo sempre contestato i paradigmi del Green Deal, una normativa troppo ideologizzata e troppo penalizzante nei confronti di chi fa  impresa, non solo nel mondo rurale ma anche in tanti altri settori”. “Il fatto che sia emersa questa sensibilità – ha continuato Fidanza – ci fa ben sperare per il futuro. Ricordo che in questa sessione plenaria ieri abbiamo avuto un altro voto importante in cui invece abbiamo vinto” quello sulla direttiva Ue sulla riduzione delle emissioni industriali. In questo caso “abbiamo salvato gli allevamenti del settore zootecnico da una improvvida estensione della direttiva a un settore (quello degli allevamenti bovini, ndr) che non c’entra nulla con le emissioni industriali. Quindi – ha concluso Fidanza – ci sono segnali che vanno letti in bianco e nero, ma che ci danno molto ottimismo per la prossima legislatura e speriamo anche per i prossimi mesi”.

 

Proposta pregiudizievole

Particolarmente critico nei confronti del regolamento per il ripristino della natura, è stato Nicola Procaccini, co-presidente del gruppo Ecr. Oggi, ha detto, “per pochi voti è passata una proposta di regolamento critica, specialmente per chi lavora nel campo dell’agricoltura e della pesca, e in generale per tutti coloro che vivono nel mondo rurale”. “Consideriamo questa legge – ha osservato – figlia del ‘green-chic’ che va tanto di moda, da parte di persone che non hanno mai messo piede nella natura, che non ci vivono, e che dalle loro zone a traffico limitato pensano di poter imporre le loro ideologie, le loro utopie a tutti coloro che invece nella natura ci vivono immersi, e per questo la custodiscono meglio di chiunque altro”. Procaccini ha sottolineato ancora che si tratta di “una proposta particolarmente pregiudizievole per la natura stessa, dal nostro punto di vista: perché abbandonare i boschi, abbandonare i fiumi a loro stessi, riportare la palude laddove si è bonificato, per portare la vita in luoghi che spesso erano votati a distruggere la vita, noi pensiamo che sia qualcosa di estremamente negativo, che ricadrà su tutti i governi compreso il governo italiano”, che ha votato contro la proposta, restando in minoranza, in sede di Consiglio Ue.

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“La buona notizia – ha evidenziato Procaccini – è che questa legge dimostra che si stanno facendo le prove generali per una maggioranza politica alternativa a quella attuale, e naturalmente questa convergenza, che ha sfiorato la metà più uno dei votanti, degli eurodeputati, ci fa presupporre che ci sono buone prospettive per il Parlamento europeo che verrà”, con le elezioni dell’anno prossimo. Prospettive “di una maggioranza con sensibilità diverse rispetto a quella attuale. Naturalmente su questo chiameremo a raccolta gli elettori e i cittadini d’Italia è di tutta Europa. Perché un’altra Unione Europea è possibile e noi – ha concluso Procaccini – la realizzeremo”.

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