L’invasione leghista in Sicilia, Salvini tra giustizia e politica

L’invasione leghista in Sicilia, Salvini tra giustizia e politica
Matteo Salvini
2 ottobre 2020

Potrebbe essere rinviato a giudizio. O, lo stesso giudice, potrebbe chiedere un approfondimento delle indagini o, ancora, potrebbe sentenziare il non dar luogo a procedere. Ha queste tre strade davanti, Matteo Salvini. E quale dovrà percorrere, potrebbe saperlo già domani, quando il leader della Lega sarà davanti al giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Catania per difendersi dall’accusa di sequestro di persona aggravato per aver impedito a 131 persone di sbarcare in Italia dopo essere state soccorse dalla nave della guardia costiera italiana Gregoretti nel luglio del 2019. “Mi sono portato un vestito elegante, sono curioso perché non sono mai stato davanti a un giudice che ti interroga, ti fa domande” ha detto ieri Salvini nel corso di un comizio in provincia di Catania. E sì, perché proprio nel Catanese, il capo del Carroccio ha messo le tende per tre giorni, chiamando all’appello leghisti, simpatizzanti e uomini di buona volontà per sostenerlo in questa esperienza giudiziaria. Una tre giorni animata da una serie di iniziative, comizi e flash mob che si concluderà domani, come detto, con una conferenza stampa dell’ex vicepremier nella città etnea.

“È tutto scritto. Abbiamo fatto quello che voi ci chiedevate di fare. E che la legge ci permetteva di fare. Ovvero chiedere di smettere di trattare la Sicilia come il campo profughi di tutta Europa” ha puntellato il capo leghista, ringraziando tutti i fans che lo hanno riempito di doni: “formaggi, magliette, rosari benedetti, perfino una mascherina donatami da un medico dell’arma”. Poi via con i primi colpi. Bersaglio, manco a dirlo, il Conte 2: “Vogliono smontare tutto: dalla scuola ai decreti sicurezza. Vogliono tornare a regalare soldi pubblici alle Ong solo per fare dispetto a Salvini.  Ma li fermeremo!”. Più volte, ha sottolineato di avere fiducia nella magistratura: “Lascio giudicare ai magistrati serenamente se sono fondati su qualcosa o meno”. Un processo che di certo divide in due l’Italia da più di un anno. E in modo trasversale. Eloquente la dichiarazione all’AdnKronos, del filosofo Massimo Cacciari. L’ex deputato del Pci non reputa legittimo l’atteggiamento di Giuseppe Conte e dei grillini, in particolare, contro i quali spende parole pesantissime: “L’ipocrisia di Conte e degli ex alleati di governo del M5S è indecente perché hanno avallato anche loro la decisione. Fa parte di un trasformismo e di una mancanza di pudore che col processo non c’entra, ma che valuterà l’opinione pubblica”, sentenzia l’ex sindaco di Venezia.

L’udienza di domani, tuttavia, potrebbe essere solo la prima di una serie per ascoltare le parti, prima che il giudice prenda una decisione. La procura di Catania, ricordiamo, aveva chiesto per due volte l’archiviazione dell’indagine che ora invece ha portato Salvini a processo dopo che lo scorso 12 febbraio, il Senato aveva autorizzato il procedimento contro il leader della Lega, escludendo che Salvini avesse compiuto l’azione contestata per un “preminente interesse pubblico” e sollevandolo dall’immunità parlamentare. Quindi la procura di Catania, che precedentemente aveva proposto l’archiviazione del caso, ha chiesto questa volta che fosse fissata l’udienza preliminare (in un primo momento avrebbe dovuto svolgersi il 4 luglio, per poi essere rinviata al 3 ottobre a causa della pandemia di coronavirus). Come va anche ricordato che in caso di condanna in primo grado, per il leader del Carroccio potrebbe scattare la legge Severino, con conseguente sospensione o decadenza dalla carica di senatore. Salvini, fra l’altro, è indagato anche dal tribunale di Palermo per una accusa simile nel caso della nave umanitaria Open Arms. Tuttavia, anche se pure in questo caso c’è stata l’autorizzazione a procedere da parte di Palazzo Madama, non è ancora stata fissata l’udienza preliminare a Palermo. Ma arriverà.

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