L’Italia nello Spazio. Samantha Cristoforetti, la prima donna astronauta

Il 15 dicembre 1964, con il lancio del satellite San Marco A, l’Italia divenne la terza nazione dopo Russia e Stati Uniti a conquistare lo Spazio. Oggi, l’Italia consolida questa posizione di leadership, inviando nello Spazio la sua settima astronauta dell’Esa (European space agency), il capitano pilota dell’Aeronautica militare, Samantha Cristoforetti. Per celebrare i cinquant’anni dell’Italia nello Spazio, askanews ha realizzato uno speciale che ne ripercorre la storia attraverso una serie di videointerviste: dalla prima donna astronauta, Samantha Cristoforetti al primo astronauta italiano, Franco Malerba, via via attraverso tutti gli altri: Umberto Guidoni, Maurizio Cheli, Roberto Vittori, Paolo Nespoli e Luca Parmitano, per concludere con il presidente dell’Asi (Agenzia spaziale italiana), Roberto Battiston con bilanci e prospettive della ricerca astrofisica italiana .

L’astronauta dell’Esa (European Space Agency) Samantha Cristoforetti, trentina ma nata a Milano, classe 1977, ingegnere e capitano pilota dell’Aeronautica Militare, è la prima donna astronauta italiana. Partirà tra poche ore (22:01’13” in Italia) alla volta dello spazio Samantha Cristoforetti. La prima astronauta della storia spaziale italiana e’ ormai prossima alla rampa di lancio numero 31 del cosmodromo russo in terra kazaka. Passerà circa sei mesi nello Spazio, sulla stazione orbitante, per la missione “Futura” dell’Asi, l’Agenzia spaziale italiana.”Futura – ha spiegato l’astronauta ad askanews – durerà 5 mesi e mezzo, quasi 6, in cui vivrò a bordo dell’Iss insieme a 5 colleghi di tante nazionalità e porteremo avanti un programma scientifico di oltre 200 esperimenti, di cui una dozzina selezionati ad hoc dall’Agenzia spaziale italiana (Asi)”. “Ho sognato sin da bambina di andare nello Spazio, poi crescendo ho avuto modo di sviluppare interessi per la scienza, per la tecnologia, per il volo. Sono tutte cose che poi confluiscono nella professione di astronauta. È chiaro che non si può pianificare di fare l’astronauta, dipende anche dalla fortuna se si presenta l’opportunità di partecipare a una selezione e per me questa opportunità è arrivata nel 2009”.

“L’addestramento è molto lungo e intenso ma chi viene selezionato ha le doti necessarie per addestrarlo con assoluta serenità. Non è un percorso con ostacoli insormontabili, è come una maratona; bisogna sapere che dura 3 anni e non bisogna strafare all’inizio, come gli astronauti veterani ci consigliano di fare anche sull’Iss perché anche l’ultimo giorno può capitare che accada una situazione che richiede di essere al top della forma”. “Avamposto 42 – ha concluso – nasce come un luogo d’incontro e segue la missione Futura, raccontando cos’è l’Iss ma parla anche di nutrizione con un occhio al fatto che il cibo che ingeriamo è un messaggero e a seconda delle istruzioni che diamo saremo in grado di essere più o meno a lungo in salute e in benessere nella vita”.

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