L’offensiva dell’Ue contro i prodotti cinesi: sicurezza, la nuova arma anti-dumping

anti-dumping spedizioni cinesi

La Commissione europea si prepara a sferrare un nuovo, incisivo attacco contro l’invasione di merci estere vendute online, in gran parte provenienti dalla Cina. Dopo la discussione sui dazi per i pacchi di basso valore, Bruxelles alza il tiro: la nuova linea di intervento si concentrerà sulla mancanza di sicurezza e sulla pericolosità intrinseca di una vasta gamma di prodotti.

Un’iniziativa dirompente, che mira a blindare il mercato unico e a tutelare i consumatori, ma che è destinata ad inasprire ulteriormente le tensioni commerciali con Pechino. La notizia, anticipata dal commissario per la Democrazia, la Giustizia, lo Stato di Diritto e la Tutela dei Consumatori, Michael McGrath, in un’intervista al Financial Times, pone l’accento su un fenomeno che sta assumendo proporzioni gigantesche e difficilmente gestibili dai singoli Stati membri.

L’Europa sommersa da pacchi non sicuri

La preoccupazione a Bruxelles è palpabile. “Sono molto preoccupato per il volume di prodotti non sicuri che arrivano nell’Unione europea,” ha dichiarato McGrath. L’imperativo politico è duplice: “Penso che abbiamo il dovere di proteggere meglio i cittadini europei e abbiamo il dovere anche di assicurare che le imprese europee operino in un quadro di concorrenza leale.”

Il problema non è solo qualitativo, ma anche e soprattutto dimensionale. I numeri forniti dall’eurocommissario irlandese sono impressionanti: nel solo 2024, sono entrati nella UE ben 4,6 miliardi di pacchi di basso valore, con una proiezione che vede questo numero raddoppiare ogni due anni. Di questi, una percentuale schiacciante, pari al 90%, risulta provenire direttamente dalla Cina. Questa marea montante di merci a basso costo e spesso non conformi alle severe normative europee ha creato un cortocircuito nel sistema di controlli, mettendo in crisi le Dogane nazionali e minando la fiducia dei consumatori. La Commissione ritiene che i meccanismi di tutela attuali siano palesemente insufficienti a reggere questo impatto.

Crisi dei controlli e nuove priorità di Bruxelles

L’offensiva di Bruxelles ha anche un obiettivo interno: accentrare ulteriormente i poteri in materia di sicurezza dei prodotti e tutela dei consumatori. L’argomento utilizzato è che le Dogane nazionali, spesso sottofinanziate e oberate, sono state letteralmente “sommerse di lavoro e di controlli”, non riuscendo a bloccare l’afflusso di articoli pericolosi. In questo contesto, l’UE punta a una revisione radicale delle normative comunitarie vigenti in materia di controlli e sicurezza, che sono giudicate “palesemente insufficienti”.

Nel mirino delle ispezioni e delle future strette normative ci sono, in particolare, i beni più sensibili: i giocattoli e i cosmetici, due categorie merceologiche dove il rischio per la salute dei cittadini, in particolare i bambini, è massimo in caso di mancata conformità. La mossa, se da un lato risponde a un’esigenza reale di sicurezza, dall’altro è chiaramente un tentativo di ristabilire una parità di condizioni per le aziende europee, penalizzate da una concorrenza sleale basata su costi irrisori e standard produttivi inesistenti.

Le nuove regole in arrivo

La strategia della Commissione si configura come una manovra a tenaglia: accanto alla potenziale applicazione di dazi sui piccoli pacchi, si affianca ora l’utilizzo della leva della sicurezza. Questo cambiamento di paradigma potrebbe avere un impatto significativo sul commercio digitale transfrontaliero, costringendo i grandi marketplace online a dotarsi di sistemi di verifica e tracciabilità molto più rigorosi. L’intenzione è quella di trasferire la responsabilità del controllo e della conformità direttamente agli operatori economici, obbligandoli a garantire che ogni prodotto immesso sul mercato europeo rispetti gli standard più elevati. La battaglia per la sicurezza dei prodotti è la nuova frontiera della politica commerciale europea.