Cronaca

L’ombra della corruzione sull’omicidio di Chiara Poggi: perquisito l’ex pm che assolse Sempio

Mario Venditti

Un terremoto scuote l’inchiesta sul delitto di Chiara Poggi, la giovane uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. L’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, è ufficialmente indagato dalla Procura di Brescia per corruzione in atti giudiziari. L’accusa, gravissima, è che il magistrato, all’epoca facente funzione di procuratore, abbia ricevuto una somma di denaro – tra i 20.000 e i 30.000 euro – per archiviare le indagini a carico di Andrea Sempio, unico indagato in questo nuovo filone. Nella mattinata di oggi i militari della Guardia di Finanza hanno perquisito le abitazioni di Venditti (a Pavia, Genova e Campione d’Italia) e le case dei genitori e degli zii di Sempio, oltre a quelle di due ex appartenenti alle forze dell’ordine in congedo.

Un appunto manoscritto come “pistola fumante”

L’indagine dei pm bresciani ruota attorno a un elemento chiave: un appunto manoscritto, sequestrato nell’abitazione di Andrea Sempio, sul quale compare la scritta “Venditti gip archivia x 20.30 Euro”. Per l’accusa, quella cifra non sarebbe un semplice promemoria di spese legali, come sostenuto dalla difesa, ma l’indicazione di un presunto pagamento illecito finalizzato a ottenere l’archiviazione del procedimento, avvenuta nel 2017. A rafforzare i sospetti degli inquirenti vi sarebbero anche movimentazioni bancarie per oltre 40.000 euro riconducibili al contesto.

La carriera dell’ex procuratore sotto la lente

Mario Venditti, 70 anni, nato a Benevento, è una figura di spicco del panorama giudiziario. La sua carriera, iniziata oltre quarant’anni fa, lo ha portato a ricoprire incarichi cruciali, incluso quello presso la Direzione distrettuale antimafia a Milano e Reggio Calabria, prima di approdare a Pavia come procuratore aggiunto. In quegli anni è stato al centro di casi mediatici, dal sequestro del piccolo Eitan a indagini su appalti pubblici. Andato in pensione nel luglio 2023, è stato nominato presidente del Casinò di Campione d’Italia, ruolo che ricopre attualmente. Attraverso il suo legale, l’ex magistrato si è dichiarato estraneo alle accuse, affermando di aver “sempre operato nel rispetto della legge”.

Le reazioni: la famiglia Poggi teme un “tormentone”

La notizia delle perquisizioni ha avuto l’effetto di una bomba, suscitando immediata reazione dalla famiglia di Chiara Poggi. L’avvocato Francesco Compagna, legale del fratello di Chiara, Marco, ha espresso profondo sconcerto. Il legale ha sottolineato come la diffusione della notizia coincida curiosamente con l’udienza per la proroga dell’incidente probatorio, avanzata dai periti del giudice per analizzare i profili di DNA trovati sulle unghie della vittima. “La paura della famiglia – ha dichiarato l’avvocato – è che questo sia un tormentone destinato a non finire mai, sulla pelle delle persone coinvolte”.

Il rischio di deviare l’attenzione dalla ricerca della verità

Per la difesa di Marco Poggi, questo colpo di scena rischierebbe di inquinare il percorso verso la verità. “C’è il tentativo di rilanciare, attraverso un meccanismo di sponda, un’indagine che ad oggi ha portato solamente conferme sulla responsabilità di Alberto Stasi”, ha affermato Compagna, suggerendo una strategia per distogliere l’attenzione dal procedimento principale. L’udienza in corso davanti alla gip Daniela Garlaschelli ha proprio l’obiettivo di sciogliere il nodo cruciale del DNA, che per l’accusa e i difensori di Stasi collegherebbe invece proprio Andrea Sempio alla scena del crimine.

Pubblicato da
Maurizio Balistreri