Politica

L’Osservatorio ultima lite su Tav, lo stop dell’Appendino

L’ultima battaglia sulla Tav ruota attorno all’Osservatorio per l’asse ferroviario Torino-Lione. Un organismo “inutile” per la sindaca di Torino, Chiara Appendino, che giudica “coerente” la volonta’ del governo di non dar seguito ai suoi lavori. Un “luogo di confronto” per Paolo Foietta, commissario di governo e presidente ‘a termine’ dell’Osservatorio. Il suo incarico scade lunedi’ e, nonostante i ripetuti solleciti, ad oggi non ha ricevuto nessuna comunicazione in merito a un eventuale rinnovo o alla nomina di un nuovo commissario, chiaro segnale – secondo i sostenitori dell’opera – della volonta’ di non proseguire con la nuova linea ferroviaria.

“Come si puo’ parlare di dialogo e intanto chiudere il luogo di confronto?” si chiede Foietta, ricordando che i due terzi dei comuni interessati dall’infrastruttura “hanno chiesto al governo che i lavori dell’Osservatorio proseguano e che continui ad essere il modo di relazione del Governo con il territorio”. Non la pensa cosi’ la sindaca Appendino, la citta’ di Torino ormai da due anni fuori dall’organismo “perche’ non lo ritenevamo utile”. La priorita’, per la prima cittadina, si chiama analisi costi-benefici: “occorre renderla pubblica”, sostiene Appendino. Il governatore Chiamparino parla di “ennesima manfrina”, e si dice pronto a tenere in vita l’Osservatorio “con o senza il Comune di Torino, ma Appendino tira dritto.

Per la sindaca nessuna polemica nei confronti del governo, anzi: “Mi sembra si stiano rispettando gli impegni presi, che parlavano di decisione prima delle elezioni europee – dice nella sua conferenza stampa di fine anno -. A gennaio arrivera’ l’analisi tecnica e da qui auspico nasca un dibattito che coinvolga i territori e tutte le componenti e ci permetta di uscire dallo stallo degli ultimi mesi, in cui le posizioni si sono ormai arroccate”. “L’ormai screditata” analisi e’ invece “una farsa” per Foietta, secondo cui il Movimento 5 Stelle vi si affida perche’ “cosciente di essere su questo tema una minoranza nell’opinione pubblica, nel Parlamento, a Torino e nella stessa Valle di Susa”. E perche’, prosegue, e’ “preoccupato da un possibile referendum”. “In democrazia ci si confronta anche duramente, ma si dialoga – e’ la presa di posizione di Corrado Alberto, presidente di Api Torino – Voler abolire i luoghi di dialogo non fa onore a nessuno”.

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