Economia

L’Ue avverte: prudenza su Bilanci 2023, verso revisione Patto stabilità

La Commissione europea chiede ai Paesi dell’Ue di approntare politiche di Bilancio “prudenti” sul 2023, e conta di presentare in autunno le sue proposte sulla revisione del Patto di stabilità e di crescita, che puntano a semplificare la vigilanza focalizzandosi sulla spesa. E se da un lato, a seguito delle consultazioni portate avanti negli ultimi mesi, pensa a regole che lasceranno più “libertà di azione” ai governi, dall’altro, a contrappeso di questo aspetto, vuole un inasprimento del versante repressivo, nel caso di mancata attuazione degli impegni. A fare il punto, oggi, è stato il vicepresidente della commissione europea, Valdis Dombrovskis, nella conferenza stampa conclusiva al termine delle riunioni informali di Eurogruppo e Ecofin a Praga.

Ieri considerazioni analoghe erano state fatte dal commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, che era stato anche più specifico sulla tempistica delle proposte, affermando che il documento dovrebbe arrivare il mese prossimo, a ottobre quindi. “Dobbiamo fare progressi sulla revisione della futura governance economica europea”, ha detto Dombrovskis. Nelle discussioni riavviate un anno fa, “abbiamo identificato alcune questioni fondamentali. Assicurare che il debito pubblico cali effettivamente, specialmente dove è più alto e nelle fasi economiche positive. Assegnare la giusta attenzione alla composizione della spesa, data la necessità di investimenti, specialmente per le transizioni verde e digitale e per la nostra sicurezza collettiva. Ridurre la complessità – ha proseguito – e migliorare l`attuazione”.

“Sembra esserci ampia convergenza su queste priorità. Quindi sono fiducioso che saremo in grado di fare progressi sulla base degli orientamenti che la Commissione europea pubblicherà più avanti, in autunno”, ha proseguito. Su questo, al vicepresidente della Commissione è stato chiesto se pensasse che l’arrivo di un nuovo governo in Italia, dopo l’esecutivo guidato da Mario Draghi, potesse creare problemi sul processo di revisione del Patto. “L’Unione europea – ha risposto – è una unione di 27 democrazie. Quindi ci sono elezioni, cambi di governi, cambi di premier e dobbiamo essere in grado di operare in questo contesto, come abbiamo fatto in passato e come faremo in futuro”.

Più esplicito nell’escludere questa ipotesi il ministro delle Finanze della Repubblica Ceca, che ha la presidenza di turno dell’Ue, Zbynel Stanjura. “No (non danneggerà la revisione del Patto-ndr). Ho fatto politica per un po’ e ci serve una soluzione, indipendentemente da chi occupa il posto” alla guida del governo in Italia. “Non penso” che il cambio di premier “avrà un impatto”. Sulla revisione delle regole di bilancio “lasciatemi sottolineare alcuni elementi – ha proseguito Dombrovskis -. Il nostro primo obiettivo resta quello di assicurare la sostenibilità dei debiti pubblici. Questo richiede risanamento, assieme a riforme e investimenti. Quindi tutti e tre questi elementi vanno combinati per raggiungere una riduzione sostenibile, realistica e graduale dei debiti pubblici. Secondo, data l`alta divergenza dei debiti pubblici nei vari paesi non può esserci una ricetta buona per tutti. Ci può essere più libertà di azione per gli Stati, ma nell`ambito di un quadro di regole comuni. Terzo, questa libertà di azione essere accompagnata da un rafforzamento delle regole nel caso di non attuazione”.

Indicazioni generiche su questioni che potrebbero nascondere elementi non poco delicati. Specialmente se questo “rafforzamento delle regole” sconfinasse su aree equiparabili a ulteriori cessioni di sovranità dai Paesi a favore dell’Unione. “Infine – ha detto il vicepresidente – in termini di semplificazione la nostra vigilanza dovrebbe concentrarsi su un singolo indicatore più facilmente osservabile, come un riferimento (benchmark) sulla spesa”. In pratica una sola lancetta di riferimento al posto della molteplicità di indicatori al momento sotto osservazione nei giudizi sui conti. E che oltre ai ben noti rapporti di deficit e debito-Pil includono elementi, come l’output gap o le rielaborazioni sulle dinamiche strutturali di spesa e deficit, calcolate con modalità scarsamente chiare e che a volte sono state contestate o tacciate di arbitrio da vari osservatori (non per forza euroscettici).

“Discuteremo questi aspetti più nei dettagli una volta che pubblicheremo i nostri orientamenti”. Intanto, per il prossimo anno serviranno con l’alta inflazione e i problemi sugli approvvigionamenti di energia, collegati alla guerra in Ucraina, che minano le prospettive di crescita, serviranno “politiche di bilancio prudenti, che diano priorità alla sostenibilità e risultino coerenti” con la linea di contrasto all’inflazione adottata dalla Bce. Giovedì scorso l’istituzione monetaria ha operato un maxi rialzo dei tassi di interesse in risposta all’alta inflazione. “Al tempo steso bisogna sostenere chi soffre di più, quindi – ha aggiunto – con misure mirate e temporanee”.

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