L’Ue batte cassa, agli Stati membri chiede 65,8 miliardi in più

L’Ue batte cassa, agli Stati membri chiede 65,8 miliardi in più
21 giugno 2023

La Commissione Europea ha presentato oggi a Bruxelles nella sua proposta di revisione del quadro di bilancio pluriennale comunitario (Mff – “Multiannual Financial Framework”) per il periodo 2021-2027, chiedendo agli Stati membri una integrazione pari a 65,8 miliardi di euro. Si tratta di “soldi freschi”, aggiuntivi rispetto alle risorse esistenti, per far fronte a tutta una serie di nuove condizioni venutesi a creare in particolare a seguito dell’invazione russa dell’Ucraina: la crisi energetica, l’inflazione e l’aumento dei tassi di interesse, i problemi sorti nelle catene di approvvigionamento, e poi anche la competizione globale a livello tecnologico, le nuove sfide a livello geopolitico e la questione migratoria. “Il mondo è completamente cambiato rispetto al 2020”, quando l’attuale Quadro finanziario pluriennale fu negoziato e approvato, ha sottolineato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, annunciando l’iniziativa in un breve punto stampa oggi a Bruxelles. Durante una successiva conferenza stampa di presentazione della proposta, il commissario europeo al Bilancio, Johannes Hahn, ha ricordato come il bilancio comunitario sia stato “fondamentale per consentire all’Unione europea di rispondere alle sfide senza precedenti degli ultimi anni: la pandemia e la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina”, con tutte le sue conseguenze. Nonostante i nostri successi nell’affrontare queste sfide, abbiamo dovuto usare tutta la flessibilità disponibile nel Quadro finanziario pluriennale 2021-2027″.

Per questo, ha spiegato il commissario, dobbiamo proporre ora una sua revisione che assicuri il finanziamento delle nostre priorità politiche di fronte alle sfide future. Innanzitutto, la Commissione propone nuovo un fondo speciale (“facility”) per l’Ucraina da 50 miliardi di euro per 4 anni, di cui 33 miliardi sotto forma di prestiti e 17 miliardi come sovvenzioni. In secondo luogo, 10 miliardi di euro andranno alle politiche migratorie e alle nuove sfide di politica estera. “A parte chi fugge dall’Ucraina, utilizziamo assistendo a un aumento dell’immigrazione dalla dai paesi del vicinato meridionale, e naturalmente ci sono sempre i rifugiati siriani in Turchia”, ha ricordato Hahn. Inoltre, ” l’attuazione del nuovo patto sull’immigrazione e l’asilo richiederà finanziamenti aggiuntivi in particolare per quanto riguarda le procedure alle frontiere” che verranno rafforzate e prese molto più rapide, richiedendo nuovi investimenti in personale e infrastrutture per gestire i richiedenti asilo e i migranti economici irregolari da rimpatriare. Altri fondi saranno necessari per la stabilizzazione paesi vicini sotto tensione come la Moldova e i Balcani occidentali. Il terzo elemento della proposta riguarda la nuova piattaforma Step (“Strategic Technologies for Europe Platform”) per il rafforzamento della competitività tecnologica europea.

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“clean-tech” e biotecnologie

 

Verranno rafforzati con 10 miliardi di euro aggiuntivi gli strumenti già esistenti come “Invest EU”, il Fondo di innovazione, i finanziamenti del programma quadro di ricerca Horizon per il Consiglio europeo di rinnovazione, e quelli del Fondo europeo di difesa. Si punterà soprattutto alle nuove tecnologie digitali, al “clean-tech” e alle biotecnologie. Molto importante è poi “l’aggiustamento tecnico” che dovrà essere fatto per compensare l’aumento del costo del debito emesso dall’Ue per finanziare, attraverso il Fondo di ripresa e resilienza, i Pnrr dei diversi Stati membri. Il forte aumento dell’inflazione, e quindi dei tassi di interesse, è stato calcolato che costerà circa 15 miliardi di euro di qui alla fine dell’estate. La Commissione, ha spiegato Hahn, propone quindi di creare uno strumento speciale dedicato esclusivamente alla copertura dei costi aggiuntivi causati dall’incremento dei tassi di interesse, e chiede di dedicargli 18,9 miliardi di euro. L’inflazione ha aumentato anche i costi dell’amministrazione comunitaria, per i quali la proposta della Commissione chiede nuovi fondi pari a 1,9 miliardi di euro. Infine, si prevedono 3 miliardi aggiuntivi per lo strumento di flessibilità del bilancio Ue, che è andato praticamente esaurito, soprattutto a causa della guerra in Ucraina.

 

Sparito “Fondo di sovranità”

 

La proposta della Commissione dovrà ora essere approvata dal Consiglio Ue e dal Parlamento europeo, in modo da entrare in vigore a partire dal 2024. Da notare che è intanto “sparita” un’altra proposta annunciata all’inizio dell’anno da Ursula von der Leyen: quella di un nuovo “Fondo di sovranità” con cui l’Ue avrebbe sostenuto il suo piano industriale per le tecnologie pulite e la transizione energetica, anche in risposta all'”Inflation Reduction Act” americano. La presidente della Commissione aveva indicato che la proposta sarebbe stata presentata insieme alla revisione del Quadro finanziario pluriennale Mmf, ma non è stato così. Sul Fondo di sovranità, ha spiegato Hahn rispondendo a un giornalista in conferenza stampa, “c’è un approccio graduale; c’era un’idea che è ancora viva, o almeno è vivo il suo spirito”, che porta a “focalizzarci su certe aree industriali che consideriamo importanti per la nostra competitività globale, dove vogliamo essere ‘first movers’ e non i secondi o terzi fornitori. Il digitale, le biotecnologie e le nostre tecnologie Verdi, questi sono i settori prioritari; ma per accelerare abbiamo dovuto modificare questa idea, trasferendola in una soluzione che sarà attuabile subito, appena ci sarà un accordo” sul Mmf.

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“Questo è l’approccio graduale: se andiamo ad attribuire fondi ad alcuni programmi che sono coerenti con queste intenzioni, e dove le procedure sono già state definite – ha continuato il commissario -, allora è possibile passare subito alla fase applicativa. Non dobbiamo reinventare la ruota, possiamo concentrarci sui reali bisogni senza perderci in negoziati su un nuovo fondo”. E soprattutto su come finanziarlo, visto che diversi paesi chiedevano nuove emissioni di debito comune, come per il piano “NextGenerationEU”, incontrando su questo la netta opposizione dei paesi “frugali” con in testa Germania e Olanda. “C’era una richiesta giustificata degli Stati membri di avere la messa a disposizione immediata dei fondi, e penso che la proposta odierna in questo senso sia ottima”, ha concluso Hahn.

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