Ue condanna Italia: aiuti di Stato illegali a Ilva, recuperare 84 milioni

Ue condanna Italia: aiuti di Stato illegali a Ilva, recuperare 84 milioni
21 dicembre 2017

L’Italia ha fornito all’Ilva aiuti di Stato illegali per circa 84 milioni di euro, che “sono stati utilizzati per finanziare il fabbisogno di liquidità dell’acciaieria relativo alle sue attività commerciali e non per sopperire ai costi della bonifica ambientale”. Sono queste le conclusioni dell’indagine approfondita sulle misure di sostegno da parte dello Stato a favore dell’Ilva che l’Antitrust comunitario ha pubblicato oggi a Bruxelles, precisando che l’Italia dovrà recuperare gli aiuti illegali. La Commissione ha esaminato cinque misure di sostegno dello Stato all’Ilva, e concluso che due di esse, due prestiti concessi all’Ilva nel 2015 (nel periodo dell’apertura della procedura d’insolvenza), comportavano aiuti di Stato illegali e un vantaggio indebito all’acciaieria sulla concorrenza, in violazione delle norme Ue sugli aiuti di Stato. In particolare, il sostegno illecito riguarda le condizioni finanziarie relative ad una garanzia statale su un prestito di 400 milioni di euro e ad un prestito pubblico di 300 milioni di euro. La Commissione ha concluso che le altre tre misure di sostegno esaminate non si configurano invece come aiuti di Stato, essendo conformi alle condizioni di mercato, non risultando imputabili allo Stato italiano o non comportando fondi pubblici. È questo in particolare il caso dei fondi ammontanti ad oltre 1,1 miliardi di euro che i proprietari dell’Ilva hanno trasferito alla società nel giugno 2017 e che sono destinati a porre rimedio alle gravi carenze ambientali che caratterizzano le attività dello stabilimento di Taranto.

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“Le norme Ue sugli aiuti di Stato consentono soltanto di promuovere la competitività e l’efficienza a lungo termine delle acciaierie, ma non di sostenere i produttori che versano in difficoltà finanziarie”, ricorda la Commissione in una nota. “La decisione di oggi – precisa l’Esecutivo comunitario in una nota – non incide sulle conclusioni degli altri procedimenti d’infrazione relativi alle norme ambientali Ue che la Commissione sta conducendo attualmente, né sull’indagine relativa all’acquisizione degli attivi dell’Ilva da parte di ArcelorMittal InvestCo”, in merito alla quale sarà adottata “un’altra decisione alla luce delle norme Ue sulle concentrazioni”. Inoltre, puntualizza ancora la Commissione, “questa decisione in materia di aiuti di Stato non interferisce con l’attuazione delle misure ambientali essenziali per porre rimedio all’inquinamento del sito Ilva di Taranto”. Secondo la commissaria Ue alla Concorrenza Margrethe Vestager, “la migliore garanzia di sostenibilità futura della produzione siderurgica dell’area di Taranto consiste nella cessione degli attivi dell’Ilva a condizioni di mercato; l’impresa non può dipendere dal sostegno artificiale dello Stato. La nostra indagine ha rivelato che due misure di sostegno pubblico hanno conferito all’Ilva un vantaggio indebito, grazie al quale ha potuto finanziare le proprie operazioni correnti. Ciò non altera il fatto che, se l’Ilva viene gestita oculatamente, il suo futuro è sostenibile”.

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“Come ha evidenziato la procedura di vendita gestita dal governo italiano, vi sono diversi potenziali offerenti – ha sottolineato la Commissaria – disposti ad investire nel futuro dell’Ilva e ad adeguare lo stabilimento alle norme ambientali vigenti. Quando la Commissione ha aperto l’indagine, abbiamo esplicitamente dichiarato che l’esame della compatibilità con le norme in materia di aiuti di Stato non avrebbe intralciato o rallentato gli interventi urgenti di bonifica ambientale nell’area di Taranto. Per proteggere la salute degli abitanti di Taranto, tali interventi essenziali di risanamento ambientale dovrebbero procedere senza ritardi”. Secondo la nota della Commissione, “le offerte presentate durante la procedura di vendita dimostrano il notevole interesse degli investitori del mercato per la modernizzazione dello stabilimento e per il miglioramento della sua efficienza ambientale, mentre gli aiuti di Stato illegali erogati hanno avuto l’unico scopo ed effetto di mantenere in attività l’impresa, senza migliorarne le condizioni economiche e ambientali”. “Guardando al futuro – conclude la Commissione europea -, sarà essenziale che il nuovo piano ambientale elaborato dai potenziali acquirenti risulti conforme al diritto dell’Ue in materia, in particolare alla direttiva sulle emissioni industriali. Nel frattempo, sono stati raccolti fondi sufficienti, esenti da aiuti di Stato, che rimangono a disposizione dell’Ilva per gli interventi urgenti di bonifica, necessari per proteggere la salute degli abitanti e l’ambiente delle aree circostanti”. askanews

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