Politica

Macron alla comunità Sant’Egidio: bene i corridoi umanitari. Poi in Vaticano dal Papa

Cinquanta minuti di colloquio in Vaticano con Papa Bergoglio, un viaggio a Roma senza contatti istituzionali con l’Italia, a parte un incontro non ufficiale con il premier Conte per definire con Malta la vicenda della nave Lifeline: la visita del presidente francese Emmanuel Macron giunge nel pieno dei contrasti sull’immigrazione. E il tema migranti è stato anche al centro del faccia a faccia con Francesco, che all’inquilino dell’Eliseo ha detto che “i governi devono aiutare i poveri”. In questo primo incontro fra i due, al centro sono anche i rapporti fra il Vaticano e il laicissimo Stato francese. “Oggi la presenza del capo dello Stato francese sottolinea la volontà della Francia di approfondire i legami di fiducia e comprensione con la Santa Sede come ho detto questa mattina a Papa Francesco”.

Dopo la visita in Vaticano, infatti, Macron – accompagnato dalla moglie Brigitte, – si è recato nella Basilica di San Giovanni in Laterano per accettare l’onorificenza di “protodiacono del capitolo lateranense”; un titolo che viene tradizionalmente conferito al presidente francese. L’ultimo a riceverlo fu Nicolas Sarkozy, nel 2007. Hollande invece rifiutò l’incarico proprio per mantenere la netta distinzione fra Stato e Chiesa. Macron invece ha deciso di accettare: “Appena insediato, il 14 maggio 2017, ho ricevuto le lettere del vicario del Papa, che mi invitavano a venire qui per ricevere il titolo. Ho deciso di accettare questo invito”. Al termine della cerimonia, però, per la benedizione del vicario, monsignor Angelo De Donatis, nessun segno della croce per Macron. E sulla questione della separazione tra Stato e Chiesa, spiega Jean Marie Guenois de Le Figaro: “D’altra parte la Francia è un paese laico, si vigila su possibili indebolimenti della laicità dello Stato e quindi Macron non deve correre il rischio di concedere troppo alla Chiesa cattolica, di mantenere il suo ruolo di presidente e una buona relazione bilaterale ma senza sconfinamenti”.

Prima del Vaticano, Macron ha offerto all’ambasciata di Francia presso l’Italia a Palazzo Farnese una colazione alla quale erano invitati il fondatore di Sant’Egidio Andrea Riccardi ed altri il presidente Marco Impagliazzo ed altri esponenti della comunità promotrice anche in Francia di corridoi umanitari per rifugiati. “Non siamo entrati nelle questioni politiche tra l’Italia e la Francia, come era evidente, ma ci è stata espressa dal presidente Macron la volontà di risolvere il problema dell’immigrazione a livello europeo”, ha riferito a conclusione dell’incontro il presidente della comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo. “Il presidente Macron ha menzionato i corridoi umanitari come un modello della politica di immigrazione legale, soprattutto per le persone che hanno bisogno di protezione umanitaria”.

Quanto alla vicenda della nave Lifeline, “si sta trovando una soluzione”. Con il presidente francese, “abbiamo parlato di Africa e dello sviluppo della gioventù africana e dei piani di educazione che possano permettere ai giovani africani di rimanere nei loro Paesi e lavorare nel loro Paese. C’è stata una grande consonanza con il presidente su questi temi e sul lavoro per la pace che la Comunità svolge in vari Paesi africani, in particolare nella Repubblica Centrafricana, situazione che lo preoccupa molto”. Il Papa ha accolto Macron con una stretta di mano nel Palazzo apostolico, e lo ha poi fatto entrare nella sua biblioteca. Il Pontefice argentino e l’inquilino dell’Eliseo si sono poi seduti alla scrivania di Francesco e, in attesa che venissero scattate le foto di rito, hanno scambiato, tra i sorrisi, alcune battute.

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