Macron: sì a destino europeo Ucraina, no a fast-track adesione

Macron: sì a destino europeo Ucraina, no a fast-track adesione
Emmanuel Macron
12 marzo 2022

Il presidente francese Emmanuel Macron ha confermato, durante la conferenza stampa finale del Consiglio europeo, che non sarà possibile un “fast track”, una procedura accelerata straordinaria per fare entrare l’Ucraina nell’Ue, perché vi sono condizioni giuridiche, criteri da rispettare che non possono essere ignorarti, e anche altri candidati all’adesione che sono in attesa. Allo stesso tempo, ha aggiunto Macron, bisognerà riflettere a possibili nuove soluzioni, “formule” che consentano ai Ventisette di “stabilizzare e abbracciare” i paesi vicini minacciati da rischi geopolitici vecchi e nuovi, provenienti da Russia, Cina e islamismo, magari senza integrarli completamente nell’Unione e nelle sue politiche. Un’idea che sembra riecheggiare quella dell’Europa a “cerchi concentrici”, o quella prospettata all’inzio degli anni ’90 dal suo predecessore François Mitterrand sulla “confederazione” con i paesi dell’Est, invece della loro adesione.

“Dobbiamo avere molto rispetto e solidarietà – ha detto Macron- per i cittadini e le cittadine ucraini e i loro dirigenti, comprendo perfettamente l’emozione e l’attesa che ci sono” riguardo alla richiesta di aderire all’Ue. “Ieri il Consiglio europeo ha espresso un messaggio forte e chiaro sul destino europeo e sul percorso europeo dell’Ucraina, senza ambiguità. Ora – ha chiesto – possiamo avere una procedura accelerata o straordinaria” per l’adesione “con un paese in guerra, senza guardare ad alcun criterio? La risposta è ‘no'”. “Possiamo dire – ha chiesto ancora il presidente francese – che abbandoniamo in questo modo la Moldavia vicina, così fragile, con la Transnistria (l’autoproclamata repubblica secessionista moldava filorussa, ndr), con la presenza di forze esterne, la dipendenza dal gas russo, e i rifugiati dall’Ucraina che vi arrivano? La risposta è ‘no'”.

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“Possiamo, a causa di questa guerra – ha continuato Macron -, dimenticare il processo in cui da diversi anni sono entrati i paesi dei Balcani occidentali che vogliono entrare nell’Ue, e che sono anche loro fragili, colpite dalle destabilizzazioni geopolitiche? Anche qui la risposta è ‘no'”. “Abbiamo inviato ieri – ha ricordato – un messaggio politico chiaro e accorato all’ Ucraina, dicendo: il vostro percorso è con noi, la nostra famiglia è la vostra”. “Ma bisognerà nei prossimi mesi – ha aggiunto – rivalutare profondamente ciò che è la nostra Europa. E credo poter dire che la geopolitica, il ritorno della guerra e del tragico in Europa, il ritorno del revisionismi storici, delle volontà di potenza e di egemonia, ci impongono di riflettere su come vogliamo organizzare un’Europa più ampia”. Un’Europa “che forse non avrà tutte le nostre politiche pubbliche, che non sarà magari l’Unione europea come la vediamo, come la pensiamo, come la concepiamo oggi”.

“Ma abbiamo bisogno – ha sottolineato Macron – di stabilizzare e di abbracciare molti paesi alle nostre porte che altrimenti sarebbero destabilizzati dall’islamismo politico, dalle velleità russe, dalle intrusioni cinesi”. “Questo ci imporrà anche – ha aggiunto il presidente francese – di rivedere il nostro modo di governarci e di organizzarci, e d’altra parte per questo che abbiamo lanciato la ‘Conferenza sul futuro dell’Europa’. Quest’aumentata coscienza geopolitica legata ai diversi contesti, e questo esercizio che abbiamo lanciato, devono poter convergere di qui all’estate. Dovremo trovare – ha concluso Macron – delle formule nuove per la nostra Europa, ne sono convinto”.

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Il presidente francese, inoltre, Emmanuel Macron, ha spiegato oggi a Versailles, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio europeo, che è ancora troppo presto per discutere del progetto di finanziare nuove emissioni di debito comune dell’Ue gli investimenti necessari per la difesa, l’indipendenza energetica e la nuova politica di autonomia strategica dell’economia europea. Prima i Ventisette dovranno mettersi d’accordo sugli obiettivi e la Commissione europea dovrà valutare i bisogni e i costi, e solo successivamente, ha detto il presidente francese, potrà cominciare il dibattito sugli strumenti per raggiungere quegli obiettivi e coprire quei costi, compreso, se sarà necessario, un nuovo programma di debito comune come quelli già sperimentati per rispondere alla pandemia di Covid-19.

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