Mady in Italy, con +38% vola export. E’ record

5 maggio 2014

“Volano le esportazioni di prodotti agroalimentari italiani all’estero che con un aumento del 38% dall’inizio della crisi hanno raggiunto nel 2013 il record storico di 33,4 miliardi di euro”. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi al commercio estero in occasione del ‘Cibus’, dalla quale si evidenzia l’importanza di tutelare le produzioni italiane a denominazione nell’ambito del negoziato sull’accordo di libero scambio tra Unione europea e Stati Uniti, Tansatlantic Trade and Investment Partnership. La tendenza positiva “continua nel 2014 con un aumento del 4% nei primi due mesi dell’anno- sottolinea la Coldiretti- i 2/3 del fatturato realizzato all’estero si ottiene con l’esportazione di prodotti agroalimentari verso i paesi dell’Unione europea ma il made in Italy va forte anche negli Stati Uniti con un valore di 2,9 miliardi e nei mercati emergenti come quelli asiatici”.

Il prodotto made in Italy piu’ esportato “e’ il vino che nel 2013 secondo l’analisi della Coldiretti fa segnare il record storico delle vendite che per la prima volta raggiungono un valore attorno ai 5 miliardi di euro ma rilevanti sono anche le spedizioni all’estero di ortofrutta, quelle di pasta, di olio di oliva e formaggi”. L’andamento sui mercati internazionali “potrebbe ulteriormente migliorare da una piu’ efficace tutela nei confronti della ‘agropirateria’ internazionale con prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realta’ nazionale”, ribadisce la Coldiretti. Un appuntamento “determinante”, dice la Coldiretti, e’ la trattativa sull’accordo di libero scambio tra Unione europea e Stati Uniti, Tansatlantic trade and investment partnership (Ttip), che ha avuto una anticipazione nell’analogo negoziato condotto il Canada. “La presunzione di continuare a chiamare con lo stesso nome alimenti del tutto diversi e’ inaccettabile perche’ si tratta di una concorrenza sleale che danneggia i produttori e inganna i consumatori e l’Unione europea- sostiene la Coldiretti- ha il dovere di difendere prodotti che sono l’espressione di una

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