Mafia, caso Contrada in Cassazione. Pg dice no al ricorso

6 luglio 2016

Il caso dell’ex dirigente del Sisde Bruno Contrada riapproda in Cassazione, con un ricorso straordinario presentato dal suo legale Massimo Krogh affinché trovi applicazione la sentenza della Corte europea dei dirittidell’uomo, che nell’aprile dello scorso anno aveva stabilito che l’ex 007 non doveva essere condannato per concorso esterno in associazione mafiosa perché, all’epoca dei fatti (1979-1988), il reato non “era sufficientemente chiaro”. Nell’udienza a porte chiuse davanti alla seconda sezione penale della Cassazione, stamani la procura generale ha chiesto il rigetto del ricorso. Contrada era stato arrestato la vigilia del Natale ’92. A giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa, è stato condannato a 10 anni di carcere il 5 aprile ’96.

Sentenza ribaltata dalla Corte d’appello il 4 maggio 2001, che lo assolse. Ma la Cassazione rinviò gli atti a Palermo, dove fu nuovamente condanno a 10 anni; sentenza infine confermata dalla Suprema corte il 10 maggio 2007. Ha scontato il carcere, poi domiciliari, con fine pena nell’ottobre 2012. Vari sono stati i tentativi di revisione del processo e gli appelli alla Corte di Strasburgo. “In uno stato di diritto – ha detto l’avvocato Krogh – non è legittimo che un soggetto sia innocente per il diritto europeo e colpevole per quello interno, che al diritto europeo è sottoposto”. La decisione della seconda sezione penale si conoscerà domani.

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