Di Maio, non si arriva finché non si cambia tutto

6 marzo 2018

Prima Rocco Hunt, che ricorda l’importanza delle radici, quelle radici cui Luigi Di Maio rende omaggio nella sua Pomigliano, scegliendo piazza Primavera, dove ha iniziato nel 2007 la sua attivita’ politica, per la festa con la quale ringrazia il territorio per l’elezione all’uninominale e per lo straordinario risultato del Movimento 5 Stelle in Italia e in Campania. Poi “Life is life”, per ricordare anche agli avversari che i pentastellati “non sono ne’ di destra ne’ di sinistra” e che le due coalizioni “come avevo predetto, si stanno sfaldando il giorno dopo le elezioni”. “Noi non siamo un partito territoriale, siamo una forza nazionale”, dice, quasi irridendo alla Lega che sottolinea, “e’ 15 punti dietro di noi. Destra e sinistra sono categorie superate, ed e’ questo che ci ha fatto arrivare fin dove siamo arrivati”. “Non ci siamo accontentati di essere in Parlamento – spiega Di Maio – abbiamo rilanciato e 11 milioni di Italiani ci hanno votato. Andremo a Palazzo Chigi non per fare selfie ma per lavorare e possiamo lavorare perche’ abbiamo le mani libere, dietro di noi non ci sono lobby”. Dalla platea applausi, palloncini colorati di giallo, coriandoli, ma soprattutto il grido “presidente, presidente” e il piu’ familiare “Luigi Luigi”. “Non sono un uomo solo al comando, siamo una forza politica che ha mosso milioni di Italiani, la prima in italia. E faremo subito le prime tre cose che vi abbiamo promesso, abolire vitalizi, tagliare stipendi ai parlamentari, recuperare 30 miliardi di sprechi dello Stato”, dice con foga Di Maio.

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“Siamo vincitori assoluti perche’ siamo stati in grado di ricucire il paese eliminando una guerra tra poveri – rivendica – cominciamo a superare destra e sinistra ea fare buone cose. Tutti stanno provando ad avvicinarci alla destra e alla sinistra, ma noi non siamo ne’ di destra ne’ di sinistra. Ha vinto chi e’ rimasto coerente in questi anni. Questa e’ la prima elezione post ideologica della nostra storia. Qui abbiamo fatto la storia. L’Italia ha votato non per i partiti ma perche’ il paese ha evidentemente problemi e quei problemi dobbiamo risolverli”. Poi un invito agli analisti e commentatori: “dite che abbiamo vinto promettendo soldi senza fare nulla. Sbagliate e se continuate vi ritroverete il Movimento la prossima volta al 35-40%. Ci sono tante cose che dobbiamo fare pero’ posso assicurarvi che le faremo”. “Ora dobbiamo andare anche da chi non ci ha votato e la nostra sfida e’ parlare con quelle persone – aggiunge – mai essere autoreferenziali o convinti di essere arrivati. Non si arriva finche’ non si e’ cambiato tutto”. Infine i ringraziamenti ancora alle radici, la famiglia, Grillo, Casaleggio, ma soprattutto Alessandro Di Battista, “grande, eccezionale, commovente”.

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