Castaldo attacca Conte: uomo solo al comando, non ascolta

Castaldo attacca Conte: uomo solo al comando, non ascolta
Giuseppe Conte
14 novembre 2023

Il leader del M5s, Giuseppe Conte, non ascolta, non applica il principio di collegialità, è un “uomo solo al comando” che, proprio per questo, è “meno capace di rispondere alle sollecitazioni della società”; e il fondatore del Movimento, Beppe Grillo, ha ragione nelle sue critiche, che non devono essere banalizzate, espresse con la sua solita ironia nella trasmissione “Che tempo che fa”, di domenica scorsa. E’ quanto ha affermato, in sintesi, l’eurodeputato del M5s Fabio Massimo Castaldo, incontrando alcuni giornalisti questo pomeriggio a Bruxelles. Castaldo è probabilmente l’eurodeputato più conosciuto e apprezzato del Movimento Cinque Stelle, essendo stato il più giovane vicepresidente dell’Assemblea di Strasburgo, eletto due volte dalla plenaria (nel 2017 e nel 2019), e la seconda volta nonostante fosse un “non iscritto”, perché dalle ultime elezioni europee il M5s non ha più fatto parte di nessuno dei gruppi politici del Parlamento europeo.

Beppe Grillo, ha affermato l’eurodeputato, “fra le righe dell’ironia ci manda sempre messaggi molto chiari. Penso che abbia fatto intendere che non è così contento della piega organizzativa che ha preso il Movimento. Io personalmente più volte mi sono fatto fautore di una serie di proposte molto chiare, che si ispirano semplicemente a quelli che erano i nostri principi fondativi: democrazia partecipativa, collegialità, l’idea di avere una comunità organizzata, ma sulla base di questi principi che devono essere il loro pilastro, e che non vanno soltanto predicati, ma vanno implementati, vanno praticati nel quotidiano”. “Credo – ha continuato Castaldo – che il messaggio di Beppe non debba essere banalizzato come uno show: lui è un grande e fondatore che ha il diritto di dare qualche critica e sterzata quando crede che le cose possano essere migliorate”.

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“Vogliamo una governance collegiale”

 

Fabio Massimo Castaldo

“Io la sfida – ha ricordato – nel mio piccolo già l’avevo raccolta, ex ante, ribadendo che tutto parte e nasce dal territorio: è fondamentale usare una grandissima parte delle risorse del due per mille per lanciare un processo di grande formazione dei nostri consiglieri comunali, e degli aspiranti consiglieri comunali e amministratori locali, per far sì che abbiano tutti gli strumenti e la forza, anche politica, l’incisività per poter aiutare le persone nel loro quotidiano: aiutarli ad avere delle comunità più sostenibili, più intelligenti, più verdi, più digitali. E quindi a realizzare in pratica il modello che noi ci prefiggevamo”. “Ma soprattutto – ha sottolineato Castaldo – vogliamo una governance veramente collegiale: l’uomo solo al comando indebolisce l’agenda politica, ci consegna inevitabilmente un sistema che è meno capace di rispondere alle sollecitazioni della società. Noi dobbiamo avere invece sempre la possibilità di arricchirci. Il dibattito non mette in discussione le leadership; le rafforza, quando hanno l’intelligenza di saperle ascoltare”.

“Certamente – ha aggiunto – avere solo tre consigli nazionali in un anno e mezzo” nel M5s “non mi sembra la forma più efficace e inclusiva di dibattito; quindi, penso sempre che si possa e si debba migliorare. Basta volerlo, e basta anche avere questa stella polare sempre al centro della propria agenzia politica. Io non mancherò di continuare a sollecitarlo con la speranza che finalmente ci siano orecchie attente per recepire questo messaggio”, ma, ha lamentato, “non ne ho viste molte finora, purtroppo”. Non è finita qui: Castaldo ha anche criticato in modo molto netto Conte per certe sue posizioni riguardo alla guerra russa in Ucraina che non hanno convinto i Verdi ad accogliere il M5s nel loro gruppo europeo, dopo molti diversi tentativi di avvicinamento che finora non hanno avuto il successo sperato (anche per responsabilità dei tedeschi, che restano in maggioranza contrari).

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Riguardo ai negoziati in stallo con i Verdi “mi sembra evidente – ha detto Castaldo – che non ci siano particolari novità; del resto non mi stupisco, perché quando al giusto afflato pacifista, che poi può essere più o meno topico ma sicuramente è sempre nobile negli intenti, si passa a un revisionismo sulle cause, sulle responsabilità di una invasione criminale come quella operata della Federazione russa nei confronti dell’Ucraina, questo chiaramente i dubbi” da parte dei Verdi europei “non li può fugare; semmai li aumenta”. “Credo – ha concluso l’ex vicepresidente del Parlamento europeo, sempre con riferimento a Giuseppe Conte – che una maggiore responsabilità, con maggiore equilibrio in determinate dichiarazioni e nell’ospitare determinati personaggi, avrebbe sicuramente facilitato di negoziati è invece di ostacolarli”.

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