Economia

Manovra, ok a pensioni e web tax dopo tensioni con Ala

Pacchetto pensioni e web tax sono le principali novità entrate in manovra al termine di una giornata movimentata nella maggioranza con da una parte la chiusura dell’accordo con Ap sul bonus bebè e dall’altra l’apertura di un fronte con Ala. Al termine della seduta di ieri mattina, quando la commissione si apprestava ad aprire il capitolo pensioni, i verdiniani hanno chiesto una sospensione per svolgere alcune verifiche. La seduta è slittata alle 16, per essere immediatamente sospesa a causa di “problemi di maggioranza”. La tensione è rientrata dopo una riunione cui hanno partecipato i rappresentanti del governo ed esponenti di Ala. Tra le proposte avanzate in questi giorni dai verdiniani l’allargamento del condono del 1994 per gli edifici non residenziali, l’istituzione del registro degli agenti sportivi, misure sugli assi viari, l’anticipo di due anni del pensionamento dei dirigenti sanitari. Alla ripresa dei lavori, intorno alle 18, è passato il pacchetto pensioni del governo che esclude 14.600 lavoratori impegnati in attività gravose dall’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita. La misura è stata modificata con un subemendamento che porta da 4 a 7 anni la possibilità di prepensionamento a totale carico delle aziende con più di 15 dipendenti.

In mattinata era passata con voto unanime della commissione l’introduzione della web tax. La norma inserita in manovra prevede un’imposta del 6% sui ricavi digitali che i giganti internet generano in Italia. Il gettito previsto è di 114 milioni di euro a partire dal 2019. Una stima ‘prudenziale’ sulla base dei ricavi derivanti da pubblicità online certificati dall’Agcom che sono stati pari a 1.905 milioni nel 2016. Nell’ultima riformulazione dell’emendamento presentato dal presidente della commissione industria del Senato, Massimo Mucchetti, è previsto che la tassa sia versata allo Stato dagli intermediari finanziari mentre le imprese italiane la potranno compensare direttamente. La norma approvata stabilisce poi che la web tax non si applica alle imprese agricole e ai soggetti che hanno aderito al regime forfettario o al regime di vantaggio per i contribuenti di minore dimensione. Da registrare l’accordo con Ap sul bonus bebè.

La misura sarà interamente finanziata in manovra per il 2018 con 185 milioni di euro e parzialmente, per circa metà del fabbisogno stimato, con 200 milioni nel 2019 e altrettanti nel 2020. La senatrice di Ap Laura Bianconi chiarisce che “abbiamo bisogno di chiudere la prima lettura. Per il passaggio al Senato i finanziamenti sono questi per quelli mancanti c’è il desiderio di trovarli alla Camera”. Resta aperto il nodo del possibile intervento sui superticket in manovra che con ogni probabilità sarà sciolto alla Camera. E’ “una questione rilevante, stiamo cercando una soluzione soddisfacente” ha dichiarato il ministro dei rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro. “La prima ipotesi era di risolverla in parte al Senato e in parte alla Camera – ha aggiunto – ma stiamo ancora ragionando perché il fondo a disposizione del Parlamento non puo’ essere consumato nel ramo che esamina per la prima volta il provvedimento”. La commissione oggi riprenderà le votazioni e con ogni probabilità chiuderà l’esame non prima della seduta notturna di domani, martedì. L’approdo in aula al Senato della manovra slitterebbe quindi a non prima di mercoledì mattina in modo da riuscire a votare l’eventuale fiducia giovedì.

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