Maradona, al teatro San Carlo mi racconto a cuore aperto

Maradona, al teatro San Carlo mi racconto a cuore aperto
15 gennaio 2017

Quello di domani al San Carlo “non e’ uno spettacolo, ma un racconto del Maradona dentro, prima di uscire in campo, il Maradona che avevo dentro e che stava nella testa di ogni tifoso del Napoli”. Diego Armando Maradona convoca la stampa in un albergo del lungomare di Napoli per raccontare insieme ad Alessandro Siani l’esperimento di ‘Tre volte 10’, in scena al teatro San Carlo per celebrare i 30 anni dal primo scudetto della squadra del Napoli. Il ‘pibe de oro’ ricorda come, in occasione di Napoli-Cremonese, partita del campionato di calcio ’89-’90 vinta dalla squadra azzurra per 3 a zero, abbia preso coscienza di come fosse importante arrivare allo scudetto. “Della Cremonese venne la squadra, i dirigenti e nessun’altro. Li’ ho capito che dovevo fare una squadra che doveva vincere lo scudetto perche’ al San Paolo c’erano 80 mila persone per una partita in cui non si giocava niente”.

Maradona si dice felice di calcare le scene per la prima volta sul palcoscenico del teatro San Carlo, “il piu’ bello del mondo e lo abbiamo noi napoletani. Gli altri teatri saranno belli ma non sono il San Carlo. Quello che si vivra’ domani sono quelle cose che mi sono passate in testa”. Maradona ricorda anche, sempre del campionato dell”89 la partita contro la Juventus, chiusa con 5 gol alla squadra torinese. “Ogni volta che passavo la palla ai miei compagni – dice – facevamo gol. Per la gente pero’ era diverso se segnavo. All’85esimo cominciarono a cantare ‘vulimmo ‘o gol di Maradona’ e io pensavo ‘ho fatto quattro passaggi gol, e ora devo segnare perche’ non basta’. Se io non gioco per lo scudetto non gioco piu’, mi sono detto e cosi’ ho fatto uno squadrone. Noi continuiamo ad avere l’illusione dello scudetto perche’ un giorno ho detto a un presidente che non voleva una squadra che vincesse lo scudetto, che dovevamo avere uno scudetto. Questa e’ una piccola parte di cio’ che accadra’ domani. Racconteremo tutto da dentro, il mio cuore non lascera’ niente e so che i napoletani capiranno tutto quello che dico”.

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“Diego non si tira mai indietro – sottolinea Alessandro Siani autore e regista dello spettacolo – quando Napoli chiama Diego risponde. E Diego e’ riuscito a modificare la genetica del popolo napoletano, ci ha dato la forza di pensare ‘si puo’ vincere’ quando nei nostri occhi c’era solo rassegnazione”. Per il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, che ha gia’ invitato il calciatore a maggio, quando la citta’ ricordera’ il ventennio dallo scudetto conquistato il 10 maggio 1987, Diego Armando Maradona “e’ un genio del calcio, un artista che ha fatto sognare generazioni intere. Rappresenta il sogno che tutto e’ possibile se c’e’ talento e passione. Nel riscatto di Napoli e’ centrale la cultura, e nella cultura c’e’ anche il calcio”.

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